Subito a valle dello scioglimento delle Camere, il network di associazioni “Ditelo sui tetti (Mt 10,27)” ha avviato una ampia concertazione per aggiornare l’“agenda pubblica”, presentata lo scorso 9 marzo alla presenza del card. Pietro Parolin, come contributo a un dialogo con tutti sul bene comune perseguibile nella prossima, imminente, XIX legislatura.
“Abbiamo elaborato sessantacinque obiettivi concreti e realizzabili – spiegano in una nota le associazioni – pubblicati nel portale dell’Agenda a questo link, poi sintetizzati in una lettera-aperta di dieci priorità e ‘una scelta’ di fondo”. “Il nuovo Parlamento dovrà cioè preliminarmente decidere se, come successo nell’attuale legislatura, continuare o meno a usare la forza della legge per imporre al popolo convinzioni antropologiche ed etiche che, secondo il principio di laicità dello Stato, dovrebbero invece essere lasciate alle valutazioni di ciascuna persona e al maturare di un dialogo di esclusivo appannaggio della società italiana”, prosegue la nota a firma di Domenico Menorello, a nome dell’Agenda “sui tetti”.
“Nel merito – proseguono i laici cattolici – basterà guardare il titolo della lettera-aperta a tutte le forze politiche ‘Scegliere il noi contro la cultura dello scarto’, per comprendere cosa si vorrebbe fosse al centro dell’attenzione dei prossimi parlamentari”.
“Urge soprattutto – specifica la nota – che diventi preoccupazione assoluta e assillante di ogni politica il baratro demografico verso cui il Paese sta precipitando, che travolgerà l’intero sistema di welfare”.
“Le leve legislative e di governo dovranno poi – osservano le associazioni nella nota – suonare finalmente sullo spartito della sussidiarietà, che è stato via via del tutto ammutolito e sacrificato in nome delle varie emergenze. Invece, è proprio coinvolgendo in tutti i processi di sviluppo – dall’occupazione alla sanità, dalle politiche sociali a quelle fiscali – i ‘corpi intermedi’ non profit e profit del Paese che si potrà ritrovare quella condivisione e quella solidarietà che, sole, genereranno coraggio e fiducia, ingredienti senza i quali nessuna formula calata dall’alto potrà riscattare questo gravissimo momento”.
“E giusto a proposito della necessità di ridare fiducia alle comunità, le associazioni esprimono stupore e rammarico per quanto disposto dall’art. 43, comma 2, lett. c) del dl n. 115 del 9 agosto 22, c.d. “aiuti bis”, che riduce di ben 630 milioni lo stanziamento a favore delle famiglie deprimendo quanto stanziato per l’“assegno unico”. “Chiediamo che già in sede di conversione di tale decreto – propongono nella nota – il Parlamento attui ogni misura per escludere qualsiasi riduzione delle già modeste somme previste per le famiglie e anticipi sotto il segno della sussidiarietà le riforme necessarie all’istituto in questione, affinché sia effettivamente fruibile senza gli appesantimenti amministrativi e i costi collaterali che lo hanno precluso a troppe famiglie italiane”.