Una “santità normale” quella di Albino Luciani, secondo il vescovo di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo. Mentre è ormai prossima la beatificazione di Giovanni Paolo I, già vescovo di Vittorio Veneto e poi patriarca di Venezia, mons. Pizziolo gli dedica l’editoriale del settimanale diocesano L’Azione , definendo “un grande dono di grazia avere, in uno stesso anno, la beatificazione di due membri della nostra Chiesa diocesana: padre Cosma Spessotto e mons. Albino Luciani”.
Pensando alla santità di mons. Albino Luciani, “possiamo sicuramente dire che si è trattato di una santità molto normale, vissuta nei ritmi e nelle forme di una vita ordinaria – osserva Pizziolo -. Non troviamo nella sua esistenza fatti particolarmente clamorosi o che abbiano destato stupore e meraviglia, eccezion fatta per la morte improvvisa e inattesa. Per il resto la sua è stata la vita di un cristiano che ha saputo corrispondere con generosità e fedeltà, nella vita di ogni giorno, alla chiamata del Signore, anche quando questa chiamata si è precisata nella strada del sacerdozio e, poi, delle altre responsabilità che, via via, gli sono state affidate, fino a quella del Pontificato”. Albino Luciani, assicura il vescovo, “non ha mai cercato né cariche né promozioni. E tuttavia quando le responsabilità sempre più pesanti gli sono state caricate sulle spalle, le ha vissute con grande fiducia e serenità, confidando nella presenza fedele del Signore. Il motto episcopale che egli ha scelto (‘Humilitas’) è davvero espressione di una vita spirituale che ha fatto affidamento esclusivamente sulla provvidenza paterna e fedele del Signore”.
Ma Luciani è stato inoltre “un comunicatore immediato ed efficace della buona notizia del vangelo”. La facilità “con cui trasmetteva contenuti anche impegnativi e difficili della fede cristiana nasceva certamente dalla sua preparazione teologica, ma più profondamente dalla sua esperienza di fede originata (come era solito dire) sulle ginocchia della mamma e sempre fedelmente mantenuta”. Una vicenda spirituale, osserva mons. Pizziolo, che “costituisce un grande incoraggiamento per ogni battezzato a vivere la propria vita cristiana come chiamata alla santità’. Il prossimo beato ci ricorda che questa chiamata non si realizza andando alla ricerca di esperienze o imprese straordinarie, ma accogliendo e vivendo, nel percorso ordinario della vita, l’appello del Signore Gesù: ‘Venite! Non temete! Se rimanete uniti a me porterete molto frutto!'”.
Con lo sguardo rivolto all’imminente beatificazione, il presule conclude: “Potremo non solo guardare e imitare il suo esempio, ma anche invocare la sua intercessione. E sarà davvero molto bello invocare come nostro patrono, sicuri della sua protezione, colui che è stato per undici anni pastore e guida della nostra Chiesa”.