“Ancora una volta, durante il giorno e la notte scorsi, la terra ucraina è stata scossa dalle bombe russe, dagli attacchi missilistici e dall’artiglieria militare. Il sangue umano scorre di nuovo”. Comincia così il video messaggio diffuso ieri, domenica 31 luglio, da S.B. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, nel giorno in cui “il popolo ucraino ormai da 158 giorni difende la propria Patria, difende la sua terra natale, il suo Stato ucraino libero, unito e indipendente”. Ma il “bollettino” di guerra è drammatico. “Stamattina, solo poche ore fa, è stato sferrato un potente attacco aereo sulla città di Mykolaiv, il più forte dall’inizio della guerra”, dice l’arcivescovo maggiore di Kiev. “Ci sono molte distruzioni, ed è scoppiato un grande incendio nella città. Il nemico sta metodicamente bombardando e distruggendo anche la nostra Kharkiv. Ogni giorno il nostro cuore sanguina quando preghiamo, ricordiamo, ascoltiamo le parole dei testimoni oculari di questa grande città plurimilionaria, importante centro culturale, intellettuale e industriale dell’Ucraina. Ma i combattimenti più pesanti nelle ultime ore si sono concentrati nella direzione di Donetsk, intorno alla città di Bakhmut. Ieri abbiamo sentito dal presidente dell’Ucraina che il nostro Stato ha annunciato l’evacuazione obbligatoria della popolazione civile dalla regione di Donetsk. Dobbiamo accettarlo con dolore e fare tutto il possibile per salvare le persone, in particolare di fronte all’avvicinarsi in Ucraina del periodo invernale, in modo che il minor numero possibile di persone diventi vittima per la mano assassina dell’occupante russo”.