Papa Francesco: Angelus, “dietro una guerra c’è il commercio delle armi, scandalo a cui non dobbiamo e non possiamo rassegnarci””

(Foto Vatican Media/SIR)

“Quanti interessi ci sono dietro a una guerra! Di sicuro uno di questi è il commercio delle armi, Questo commercio è uno scandalo a cui non dobbiamo e non possiamo rassegnarci”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, in cui ha messo in guardia dalla cupidigia, cioè “l’avidità sfrenata di beni, il volere sempre arricchirsi”. “È una malattia che distrugge le persone, perché la fame di possesso crea dipendenza”, il monito di Francesco di fronte a circa 12mila fedeli: “Soprattutto chi ha tanto non si accontenta mai: vuole sempre di più, e solo per sé. Ma così non è più libero: è attaccato, schiavo di ciò che paradossalmente doveva servirgli per vivere libero e sereno. Anziché servirsi del denaro, diventa servo del denaro”. “Ma la cupidigia è una malattia pericolosa anche per la società”, ha proseguito il Papa: “a causa sua siamo arrivati oggi ad altri paradossi, a un’ingiustizia come mai prima nella storia, dove pochi hanno tanto e tanti hanno poco. Pensiamo anche alle guerre e ai conflitti: quasi sempre c’entrano la brama di risorse e ricchezze”. “Mi capita di sacrificare sull’altare della cupidigia la legalità e l’onestà?”, ha chiesto il Papa: “Ho detto ‘altare’ perché i beni materiali, i soldi, le ricchezze possono diventare un culto, una vera e propria idolatria. Perciò Gesù ci mette in guardia con parole forti. Dice che non si possono servire due padroni, e – stiamo attenti – non dice Dio e il diavolo, oppure il bene e il male, ma Dio e le ricchezze”. “Servirsi delle ricchezze sì; servire la ricchezza no: è idolatria, è offendere Dio”, ha concluso Francesco: “quale eredità voglio lasciare? Soldi in banca, cose materiali, o gente contenta attorno a me, opere di bene che non si dimenticano, persone che ho aiutato a crescere e maturare?”.

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