“L’intensità della sofferenza di queste ore domanda di misurare le parole per non correre il rischio di ferire ulteriormente chi, da domenica scorsa, fa i conti con un dolore inconsolabile per la morte improvvisa e violenta degli affetti più cari. Il silenzio è l’atteggiamento meno improprio per accostare il volto rigato dalle lacrime di quanti sono stati privati, in un attimo, della possibilità di dialogare, sorridere, far festa con i propri familiari ed amici”. Ha esordito così, stasera, mons. Lauro Tisi, arcivescovo di Trento, nella messa in suffragio delle vittime della Marmolada, nella chiesa parrocchiale di Canazei. La liturgia eucaristica è stata concelebrata dal vescovo di Vicenza, mons. Beniamino Pizziol.
“Nessuna parola riesce ad interpretare e contenere il dramma che stiamo vivendo. La Parola di Dio non offre spiegazioni al dolore; racconta, invece, un Dio che ha il volto segnato dalle lacrime, prova paura e angoscia, sperimenta la morte. Invoco la sua compagnia e vicinanza per affrontare quest’ora tanto difficile”, ha detto il presule, che ha osservato: “Il ghiaccio ha spezzato la vita di uomini e donne che non si conoscevano, dalla biografia differente, appartenenti a comunità diverse, ma ora unico e identico è il dolore di chi li piange”.
“Accostando in punta di piedi e con grande discrezione la loro sofferenza, ancora una volta”, ha proseguito mons. Tisi, “sperimentiamo che a determinare la vita, a tenerla in piedi, a darle senso, altro non resta che l’amore. Nel loro volto carico di lacrime e angoscia, veniamo avvertiti: non c’è alternativa all’incontro, all’abbraccio, alla forza dirompente dello sguardo che si fa accoglienza. Questa è la via da percorrere se vogliamo offrire delicatamente una spalla a chi è schiacciato dalla sofferenza”.