Martedì 12 e mercoledì 13 luglio a Roma, presso l’aula convegni del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), in piazzale Aldo Moro, n. 7, si svolge l’evento di lancio del programma “Science we need for the Mediterranean sea we want (SciNMeet)” che affronta le principali sfide del Mediterraneo e relativi gap scientifici, per invertire il declino della salute del mare. L’evento è organizzato dalla Commissione oceanografica italiana (Coi) composta, tra gli altri dal Cnr, insieme al Segretariato del Piano di azione mediterranea delle Nazioni Unite (Unep/Map), alla Commissione oceanografica intergovernativa dell’Unesco, alla Commissione generale per la pesca del Mediterraneo della Fao (Gfcm/Fao). “Gli oceani ricoprono il 71% della superficie terrestre, ciononostante – spiega una nota del Cnr – conosciamo ancora poco dei fondali marini e della loro biodiversità”. Inoltre, “sono in rapida crescita i settori quali pesca, turismo, trasporti, produzione di energia dalle risorse marine, che rendono necessario lo sviluppo di un’economia del mare attraverso nuove tecnologie”. Da qui “la necessità di coprire il divario di conoscenze a livello globale che coinvolgano la comunità scientifica, in primo luogo, ma anche la politica, l’industria e l’intera società civile”. “SciNMeet” ha come obiettivo quello “di comprendere e gestire gli impatti dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento, dello sfruttamento eccessivo delle risorse marine”. Il programma affronta i sette risultati dell’“Ocean Decade”, contribuendo all’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite. Dopo la sessione plenaria di introduzione, sette task team tecnici lavoreranno insieme per affrontare i temi del cambiamento climatico, dell’inquinamento marino, dei rischi marini, dell’alfabetizzazione e dell’educazione oceanica, dell’osservazione e della previsione degli oceani, dell’accesso ai dati e alle informazioni e al trasferimento delle conoscenze, condividendo con il pubblico i risultati dei lavori.