“Quello dell’accoglienza diffusa è un modello di cui l’Italia si è dotata da decenni, e si chiama Sai, il sistema dei Comuni e dei soggetti del privato sociale che lo gestiscono in partenariato con gli Enti locali. Un modello conosciuto ai territori, ampiamente sperimentato, da tutti riconosciuto come il migliore non solo in termini di risultati concreti per l’integrazione, ma anche di trasparenza e controllo”. Lo ha affermato il delegato alle politiche migratorie dell’Associazione nazionale Comuni italiani e sindaco di Prato, Matteo Biffoni. Nelle interlocuzioni che Anci sta portando avanti con il Governo, l’associazione ha ribadito la richiesta di reperire risorse che possano finanziare i posti messi a disposizione dai Comuni nel Sai, ricorrendo solo in seconda battuta ad altre forme di accoglienza, quali la cosiddetta “accoglienza diffusa”, per la quale è previsto un ulteriore finanziamento dal decreto “Aiuti”. “Abbiamo esposto chiaramente alla Protezione civile e al ministero dell’Interno la posizione di Anci e dei Comuni”, ha spiegato Biffoni, aggiungendo che “abbiamo chiesto che i nuovi posti siano attivati tramite Sai, andando a finanziare tutti i posti messi a disposizione dai Comuni nei bandi di ampliamento della rete usciti nei mesi scorsi, illustrando le nostre ragioni e difficoltà: non si può chiedere ai Comuni di impegnarsi su altre forme di accoglienza quando ci sono dei posti, già proposti dagli stessi Comuni e velocemente usufruibili, peraltro sul miglior modello di cui il Paese dispone”. “Abbiamo registrato disponibilità in questo senso. Ne siamo contenti”, ha commentato il delegato alle politiche migratorie di Anci: “Appena avremo elementi concreti in questa direzione ci muoveremo celermente, in coordinamento con tutte le parti coinvolte, per dare risposte a coloro che si sono attivati generosamente in questi mesi per dare accoglienza senza certezze di supporto pubblico”. “Ringraziamo il Governo per la disponibilità al dialogo e al confronto e auspichiamo segnali netti di investimento e fiducia della rete Sai”, ha proseguito, evidenziando che “il Sistema può sicuramente essere migliorato, e stiamo lavorando in tale direzione, ma è necessario rimanere in quell’alveo”.