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Macedonia del Nord: manifestazioni e violenze contro l’accordo con l’Ue che sbloccherebbe il veto bulgaro per l’inizio dei negoziati di adesione

Le proteste di ieri a Skopje (Foto ANSA/SIR)

Quarantasette poliziotti feriti, di cui 11 riportano lesioni gravi; danni in città. È il resoconto della quarta giornata di proteste a Skopje, capitale della Macedonia del Nord, dove i manifestanti hanno cercato di entrare nell’edificio del parlamento nazionale. La causa del malcontento è la cosiddetta proposta francese per l’inizio dei negoziati con l’Ue che prevede una serie di compromessi per superare il veto della Bulgaria. Sofia ritiene che contro la minoranza bulgara e lo Stato bulgaro si stia svolgendo una retorica dell’odio e richiama anche motivi storici chiedendo una modifica nella Costituzione macedone. Secondo gli oppositori macedoni della proposta in questo modo si mortificherebbe l’identità nazionale. Il primo ministro macedone Dimitar Kovacevski ha dichiarato che “si aspettava una escalation della tensione” che però “non si addice ad un Paese membro della Nato e candidato all’Ue”. I manifestanti ieri sera si sono spostati dall’edificio del governo, hanno superato il ponte del fiume Vardar e poi si sono diretti al ministero degli affari interni chiedendo le dimissioni del ministro degli esteri Bujar Osmani. Infatti, la protesta è appoggiata dal maggiore partito all’opposizione Vmro-Dpmne ed è stata organizzata in parallelo alla visita del presidente del Consiglio europeo Charles Michel giunto a Skopje per incoraggiare i politici ad accettare la proposta francese. Entro la fine di questa settimana il Parlamento macedone dovrebbe pronunciarsi sulla proposta francese già approvata dai deputati bulgari.

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