A “numerose persone senza fissa dimora, che fino a qualche giorno fa alloggiavano in alcuni ghetti dei nostri territori, in baracche di fortuna, riposando su giacigli improvvisati e zeppi di acari, con servizi igienico-sanitari al limite della decenza umana, è stato proposto un luogo di accoglienza sicuro, un lavoro onesto e un trasporto, da e per il lavoro, onesto”. È questo il progetto strutturato per dare risposte concrete all’emergenza abitativa dei migranti stagionali sul territorio diocesano di Andria. Un progetto nato in questi mesi in rete con l’Ufficio Migrantes della diocesi di Andria in collaborazione con la Rete NoCap, l’Azienda agricola Cantatore di Ruvo di Puglia e la Comunità Migrantesliberi.
“Una rete – dichiara don Geremia Acri, responsabile dell’Ufficio Migrantes diocesano – che si è costituita in piena autonomia senza l’interlocuzione delle istituzioni varie, con l’obiettivo di salvaguardare la dignità della persona. Da anni conosciamo il fenomeno dei migranti stagionali che arrivano per la raccolta frutti; conosciamo la importante ricaduta economica locale e nel tempo, purtroppo le nostre comunità hanno preferito la costruzione dello stigma attraverso l’indifferenza e odio nei confronti ‘dell’altro’ senza mai trovare una risposta affidabile all’emergenza sociale”.
Yvan Sagnet, fondatore dell’Associazione NoCap, promotrice del progetto, commenta: “Penso sia giunto il momento di passare dalla protesta alla proposta e non c’è proposta nella lotta allo sfruttamento lavorativo che non passi attraverso un lavoro dignitoso. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di estendere la nostra filiera etica a questo territorio martoriato dallo sfruttamento con l’assunzione regolare di numerosi lavoratori provenienti dal ghetto presso un’azienda della nostra rete etica NoCap. Tramite un lavoro e una paga dignitosa, un lavoratore può permettersi di prendere in affitto una casa piuttosto che vivere in un ghetto in situazioni di tale disumanità. Su questo aspetto come Associazione NoCap, vogliamo ringraziare la diocesi di Andria, nostro partner in questo progetto, che metterà inizialmente a disposizione le sue strutture per l’accoglienza dei lavoratori”.
“Il meccanismo della povertà – conclude don Acri – alimenta quello della criminalità: ognuno ha diritto ad una casa, a condizioni di vita dignitose e alla possibilità di realizzare le proprie aspirazioni. Attraverso il lavoro e il riconoscimento della persona in quanto tale, senza etichette di provenienza o condizione sociale, si crea il principale strumento di costituzione di una società in cui la dignità non è un privilegio di censo”.