Lo “ius scholae” costituisce “uno strumento di inclusione dei migranti ed è un tema di cultura”. A ribadirlo sono i vescovi italiani, nel comunicato finale del Consiglio permanente della Cei, che si è svolto ieri in videoconferenza. Nel tracciato del Cammino sinodale, si legge nel comunicato, “le Chiese in Italia sono chiamate a mettersi in ascolto delle istanze del territorio, ma anche ad affinare i dispositivi culturali per relazionarsi con il mondo politico e sociale così da diventare sempre di più luogo di dialogo e comprensione”. “Lo sguardo evangelico deve abbracciare anche la cultura, illuminando tutti gli ambiti che riguardano la persona, dal concepimento al fine vita, dall’accoglienza alla dignità del vivere”, l’invito della Cei: “Si colloca in quest’orizzonte la riflessione sullo ius scholae e sulla cittadinanza che costituisce uno strumento di inclusione dei migranti ed è un tema di cultura”. Nella consapevolezza che, come ha ribadito il cardinale Zuppi nel suo indirizzo di saluto di ieri, “il fenomeno migratorio richiede un approccio umanitario e di sistema”, è stato ricordato che quello della cittadinanza è un argomento al centro dell’attenzione della Chiesa in Italia, fin dal Convegno Ecclesiale di Verona del 2006.