Sei consigli per affrontare al meglio la CXVIII Assemblea ordinaria dell’episcopato venezuelano che si è aperta ieri a Caracas: “Tempo per condividere, umiltà per ascoltare, coraggio per parlare, apertura alla conversione e al cambiamento, lasciare da parte pregiudizi e stereotipi e curare il virus dell’autosufficienza”. Li ha rivolti ai vescovi del Venezuela mons. Jesús Gonzáles Zarate, arcivescovo di Cumaná e presidente della Conferenza episcopale del Venezuela (Cev), aprendo l’incontro dedicato a sinodalità e fraternità. Lo spirito sinodale, ha detto mons. Gonzáles Zarate, permetterà di “vivere la comunione, realizzare la partecipazione e aprirci alla missione nel corso della drammatica situazione che sta vivendo il nostro Paese”. “Non c’è dubbio che viviamo in un mondo che favorisce l’individualismo – ha osservato – per cui la stabilità e il significato dei vincoli comunitari, anche tra noi, possono debilitarsi”. “L’opzione di ‘camminare insieme’ – ha sottolineato – è un segno profetico in una società come quella venezuelana caratterizzata da continue tensioni e confronti”. Anche mons. Mario Moronta, vescovo di San Cristobal e vicepresidente della Cev, ha invitato a “non banalizzare” l’idea della sinodalità, nata con le prime comunità cristiane e che oggi bisogna “praticare con maggiore enfasi, includendo tutti, senza escludere nessuno”. Oggi i vescovi condivideranno con i religiosi e i laici le realtà pastorali vissute. L’assemblea culminerà con l’inizio della II Assemblea nazionale della pastorale.