(Strasburgo) “L’atto delegato della Commissione Ue sulla tassonomia va nella giusta direzione. Trova il consenso del governo dell’Ucraina che proprio oggi ha mandato un messaggio in questo senso al Parlamento europeo. Includere temporaneamente e a certe condizioni il nucleare e il gas fra gli investimenti sostenibili serve ad accompagnarci verso una transizione energetica graduale e non ideologica”. Lo afferma da Strasburgo Antonio Tajani, eurodeputato del Partito popolare. “In questo momento serve serietà. L’autosufficienza energetica dell’Unione è una priorità. La guerra e l’inflazione ce lo dimostrano. Approvvigionamenti energetici sicuri e a prezzi accessibili” servono per “contrastare l’inflazione, rendere più competitive le nostre imprese e salvare migliaia di posti di lavoro. Va ricalibrato il mix di produzione energetica dell’Unione. Col nucleare, infatti, produciamo solo il 25% dell’energia elettrica Ue. Questo è inaccettabile, ci vuole più coraggio. Il nucleare servirà anche a Paesi come l’Italia a recuperare un gap di decenni e utilizzare finalmente questa tecnologia. […] Lo stesso vale per il gas. Ma serve mettere un tetto al prezzo perché questo diventa cruciale”.
Di parere opposto Simona Bonafé, europarlamentare del gruppo Socialisti e democratici, sulla modifica dell’atto delegato sulla tassonomia. “Avevamo seguito con grande interesse fin dall’inizio il regolamento sulla tassonomia proposto dalla Commissione. Un provvedimento importante che aveva l’obiettivo di stabilire criteri chiari e condivisi in base ai quali le attività economiche potevano essere incluse tra gli investimenti sostenibili, evitando fenomeni di greenwashing e dando un segnale inequivocabile a chi vuole contribuire con i propri risparmi privati al contrasto al cambiamento climatico”. Ora giunge al Parlamento “un atto delegato con cui la Commissione intende includere attività economiche legate alla produzione di energia da gas e da nucleare tra quelle che risulterebbero conformi alla tassonomia e quindi sostenibili. Il nostro gruppo è contrario a questa proposta”.
“Questo atto delegato dà un messaggio sbagliato agli investitori e ai cittadini europei perché etichetta come verde ciò che verde non è, perché non può essere considerata sostenibile una fonte di energia che è un combustibile fossile come il gas o una fonte come il nucleare i cui scarti di produzione, le scorie, impiegano migliaia di anni per essere smaltiti, in barba al principio di non arrecare danni significativi” all’ambiente.
Domani i deputati decideranno se porre il veto alla proposta della Commissione di includere alcune attività nucleari e del gas nell’elenco delle attività economiche sostenibili. Qualora la maggioranza assoluta del Parlamento europeo (353 deputati) si esprimesse in tal senso, la Commissione dovrebbe modificare o ritirare la proposta.