“Occorre fare chiarezza su quanto riportato dai media relativamente a dubbie modalità di gestione di attività imprenditoriali all’interno del carcere di Rebibbia e a possibili intrecci con ruoli istituzionali di garanzia. Occorre anche sapere come l’Amministrazione abbia vigilato e vigili su tutto ciò”. Il Garante nazionale delle persone private della libertà, nella positiva valutazione di un’apertura del carcere a molteplici iniziative, “ribadisce la necessità dell’assoluta trasparenza nelle modalità di selezione delle persone detenute da coinvolgere, che non permette alcun criterio di natura ideologica. Chiede che venga fatta chiarezza sulle adombrate interferenze tra chi ricopre una qualsiasi funzione all’interno di una Autorità di garanzia territoriale e le attività economiche su cui l’Autorità stessa è chiamata a esercitare un mandato di vigilanza”.
In una nota il Gnpl ricorda: “La legge regionale del Lazio istitutiva del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale prevede talune incompatibilità, che siamo certi che il Consiglio regionale che ha eletto il Garante abbia valutato anche per i suoi coadiutori al momento delle elezioni e continui a valutare nel corso dell’esercizio del mandato”.
Il Garante nazionale è certo, quindi, che “il Consiglio regionale del Lazio saprà fare al più presto chiarezza sulla vicenda, anche valutando le questioni di opportunità”.