“Il vescovo non è un superuomo, ma un uomo che è stato rimesso in piedi dall’amore di Dio e per questo può essere segno di speranza per il suo popolo”. Lo ha detto sabato pomeriggio mons. Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo di Crotone-Santa Severina, nella celebrazione eucaristica nel corso della quale mons. Serafino Parisi è stato consacrato vescovo. Parisi il prossimo 9 luglio prenderà possesso della cattedra di Lamezia Terme. Oltre duecento persone hanno assistito al rito svoltosi nel piazzale esterno della concattedrale di Santa Severina. “Caro don Serafino, sei chiamato a vivere il tuo ministero nella Chiesa di Lamezia come un ministero profetico di speranza e consolazione in un tempo di crisi – ha affermato mons. Panzetta –. Sei chiamato a imitare la paternità e la maternità di un Dio che, come una madre, consola il suo popolo, come uno strumento attraverso il quale Dio rimette in piedi il suo popolo”. “Il ministero episcopale – ha proseguito l’arcivescovo di Crotone – è un dono di Cristo che trasforma chi lo riceve in strumento vivo nelle mani di Gesù. Essere strumento vivo nelle mani di Cristo, strumento dell’amore viscerale di Cristo per la gente”. Per mons. Panzetta, quello episcopale – “è un ministero cruciforme. Nella vita del vescovo, esiste il venerdì santo delle prove, della stanchezza, delle calunnie. Ma san Paolo ci ricorda che queste non sono certificazione di sconfitta, ma segno dell’autenticità di un ministero che porta con sé la logica del seme che muore per portare frutto”. Da qui l’esortazione al nuovo vescovo: “Nella luce del mistero pasquale di Cristo, don Serafino, sei chiamato ad essere vescovo di una comunità che vive il presente nella direzione del futuro”. Del resto, “Per mezzo dell’amore, siate schiavi gli uni degli altri”, lo stemma di mons. Parisi, dice “il sogno di Chiesa che lo Spirito Santo ha messo nel suo cuore. La vera libertà si compie nell’amore e il vero amore si compie nel servizio”.