“La visita di un governatore in una casa dove vivono le donne più invisibili della società a cui è stata calpestata la dignità, a cui è stata tolta anche la voglia di sopravvivere, assume un grande significato, specialmente se è proprio un uomo, un politico, il responsabile di un governo regionale, a rendersi conto, a vedere e ascoltare l’orrore che delle giovanissime donne hanno dovuto subire”. Così don Aldo Bonaiuto, fondatore della testata online Interris.it e sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata dal Servo di Dio don Oreste Benzi, racconta la visita – alla vigilia della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani – del presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, alla casa rifugio delle “Donne crocifisse”, appena ristrutturata e ampliata grazie ad una importante donazione fatta direttamente da Papa Francesco. E come Papa Francesco, dopo aver incontrato le vittime della tratta in una nostra comunità a Roma, aveva definito il mercimonio coatto un “vizio schifoso” così il governatore delle Marche ha scandito che la prostituzione “non dovrebbe esistere in alcuna forma”. “Così come nella prefazione del mio libro “Donne crocifisse” – prosegue don Bonaiuto – Papa Francesco aveva rinnovato la richiesta di perdono alle schiave del racket a nome di tutti i cristiani, allo stesso modo Acquaroli ha ascoltato le testimonianze delle giovani ospiti che hanno descritto le torture subite da parte degli aguzzini e dei cosiddetti clienti che fomentano questo mercato vergognoso”. Don Aldo ha espresso l’auspicio di un “mea culpa” condiviso “che unisca i popoli, le classi dirigenti, i governanti dei Paesi di provenienza, transito e destinazione della tratta”. Da parte sua, il presidente della Regione Marche ha rinnovato tutta la disponibilità come istituzione a compiere quanto possa servire per combattere il fenomeno della prostituzione coatta fortemente presente anche sulla costa marchigiana lungo le strade del mercimonio coatto.