“Dio”, “l’uomo”, “la Chiesa”. Su queste tre parole si è intrattenuto il parroco ortodosso romeno Traian Valdman, intervenendo ieri ad una tavola rotonda durante la 58ª Sessione di formazione ecumenica del Sae in corso ad Assisi “Vorrei portare speranza con parole di fede – ha detto –. Siamo chiamati a conoscere i problemi dei nostri contemporanei per trovare le parole che possono annunciare la buona novella. Le parole della fede ci guidano a superare difficoltà non solo storiche e sociali ma anche spirituali. Sono risposte alle esigenze di ogni persona del nostro tempo e testimonianza di qualcosa che abbiamo vissuto”.
Il presbitero ortodosso ha sottolineato che “Dio è un essere che si rivela parlando al singolare e al plurale. La Bibbia ci dice non chi è ma cosa fa Dio. Il ‘noi’ di Dio evoca una storia, vive con noi, ci libera dall’Egitto. Sulla croce Gesù inocula nella natura umana la possibilità di dire sì alla volontà di Dio”. Proseguendo, Valdman ha detto di ritenere importante parlare di Dio come comunione e come fondamento di ogni comunione. “Dio è amore e si manifesta come amore capace di sacrificarsi. La crocefissione e la risurrezione sono un unico mistero”. Ha poi analizzato il termine “uomo” alla luce della creazione, dell’incarnazione e dell’ascensione. “Egli è a immagine di Dio e collaboratore di Dio. Il servizio è lo stile di vita del cristiano e di ogni uomo. La Chiesa è luogo di incontro tra Dio e l’umanità, è icona della Trinità, è il corpo di Cristo esteso nell’umanità. Fare esperienza di Gesù porta a vivere la testimonianza su di lui. Il presbitero ha citato l’esperienza ecumenica dell’accoglienza dei cristiani praticata in Grecia che manifesta il realismo possibile della testimonianza comune ecumenica”.