“È inaccettabile il silenzio delle istituzioni Ue, soprattutto della Commissione e del Consiglio, sui commenti razzisti del signor Orbán”. Così l’eurodeputato Guy Verhofstadt, riferendosi a un discorso pronunciato alcuni giorni fa dal premier ungherese in cui aveva fatto forti affermazioni contro il “mescolamento delle razze”. Per Verhofstadt questa è una “chiara violazione delle norme e dei valori enunciati nei trattati europei e ci ricorda i giorni più bui della storia europea”. Secondo il parlamentare, l’Ue “non può permettere che una simile retorica si consolidi” o che “leader politici con una agenda così apertamente razzista e anti-democratica decidano le politiche Ue”. Già nel 2018 il Parlamento aveva chiesto al Consiglio di determinare se si stessero verificando in Ungheria violazioni dei valori europei, come previsto dall’Articolo 7 dei Trattati. Ora Verhofstadt vuole “una riunione straordinaria del Parlamento europeo (in plenaria o in comitato)” per chiedere a Consiglio e Commissione di “assumersi le proprie responsabilità nella difesa della democrazia in Ungheria”. Ieri, in un tweet privo di alcun riferimento, il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans aveva scritto che “il razzismo è un’invenzione politica velenosa. Non dovrebbe esserci posto per questo in Europa, dove la nostra forza viene dalla diversità”. In una dichiarazione pubblicata dall’ambasciata Usa a Budapest, c’è la condanna di “tutte le ideologie, le politiche e la retorica che danno ossigeno alle dottrine dell’odio e della divisione” e l’invito a non dimenticare che “quella che era iniziata come retorica razzista e xenofoba da parte dei leader del XX secolo si è intensificata e ha portato al genocidio di milioni di persone”. E conclude: “La diversità della nostra famiglia umana è uno dei suoi maggiori punti di forza”.