Papa in Canada: messa in Québec, “non c’è cosa peggiore di fuggire dinanzi ai fallimenti”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Non c’è cosa peggiore, dinanzi ai fallimenti della vita, che quella di fuggire per non affrontarli”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della mesa al Santuario nazionale di Saint-Anne-de-Beaupré, in Québec, ha lanciato un forte monito: “dobbiamo stare attenti alla tentazione della fuga: fare la strada all’indietro, scappare dal luogo dove i fatti sono avvenuti, tentare di rimuoverli, cercare un posto tranquillo come Emmaus pur di non pensarci più”. “È una tentazione del nemico, che minaccia il nostro cammino spirituale e il cammino della Chiesa”, il grido d’allarme di Francesco: “vuole farci credere che quel fallimento sia ormai definitivo, vuole paralizzarci nell’amarezza e nella tristezza, convincerci che non c’è più niente da fare e che quindi non vale la pena di trovare una strada per ricominciare”. Il Vangelo ci rivela, invece, che “proprio nelle situazioni di delusione e di dolore, proprio quando sperimentiamo attoniti la violenza del male e la vergogna della colpa, quando il fiume della nostra vita si inaridisce nel peccato e nel fallimento, quando spogliati di tutto ci sembra di non avere più nulla, proprio lì il Signore ci viene incontro e cammina con noi. Sulla strada verso Emmaus, Egli si affianca con discrezione per condividere i passi rassegnati di quei discepoli tristi. E che cosa fa? Non offre generiche parole di incoraggiamento, espressioni di circostanza o facili consolazioni ma, svelando nelle sante Scritture il mistero della sua morte e risurrezione, illumina la loro storia e gli eventi che hanno vissuto. Così apre i loro occhi a un nuovo sguardo sulle cose”.

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