L’elevato livello di violenza e la presenza di gruppi armati in Colombia colpisce anche gli agenti di polizia, e ciò sta accadendo in questi giorni con una frequenza impressionante. L’ultimo è costato la vita a un’agente che operava su una motopattuglia, nel comune di San Pablo, nel sud del Dipartimento settentrionale di Bolívar. Altri tre colleghi sono rimasti feriti. L’attentato è stato attribuito al Clan del Golfo, che già avrebbe ucciso dall’inizio dell’anno 27 poliziotti. Un altro agente è stato ucciso nel Norte de Santander. In tutto, secondo i dati ufficiali, dall’inizio del 2022 sono stati uccisi 34 agenti e 68 sono stati feriti. Solidarietà alla Polizia colombiana è giunta dalle Nazioni Unite e dall’Unione europea.
La Polizia nazionale della Colombia ha chiesto anche l’aiuto dei cittadini segnalando sui social network gli attacchi a cui sono sottoposti.
Sull’escalation di attacchi intervengono la Conferenza episcopale colombiana e l’Episcopato militare, che ha convocato per oggi e per sabato prossimo due giornate di preghiera. In una lettera indirizzata al generale Jorge Luis Vargas Valencia, direttore generale della Polizia nazionale della Colombia, il direttivo della Conferenza episcopale ha espresso le proprie condoglianze per la perdita degli agenti assassinati, sia all’istituzione che alle famiglie
“Vogliamo rinnovare la nostra gratitudine per la dedizione disinteressata di tutti gli ufficiali che compongono le forze di polizia, che offrono una presenza istituzionale nelle varie regioni e territori della nostra amata nazione colombiana”, si legge, confermando l’adesione alle giornate di preghiera, durante le quali si pregherà “per un Paese pacifico e riconciliato”.
“Ogni poliziotto caduto è un fratello, un figlio, un padre, un colombiano. Non possiamo continuare a contare le vittime, anzi dobbiamo gridare al cielo di fermare questa situazione. Mai più dolore per la patria”, il grido di mons. Víctor Manuel Ochoa Cadavid, vescovo militare.