Giovani: Gitto (Ac), “la fede ci aiuta a sognare in grande”

(Foto: Laura Caffagnini)

Una mattinata della Sessione di formazione ecumenica del Sae in corso ad Assisi ha ospitato la tavola rotonda dei giovani. David Morselli, di Roma, dottorando in matematica, socio fondatore e primo vice presidente dell’Amicizia ebraico-cristiana giovani; Emanuele De Bettini, studioso di Scienze storiche a Torino, attivo nella Federazione giovanile evangelica italiana (Fgei); Emanuela Gitto, laureata in Scienze internazionali e diplomatiche, vicepresidente dei giovani di Azione Cattolica, in dialogo con Donatella Saroglia del Comitato esecutivo del Sae, hanno sviluppato il tema “Fede: un tesoro per i giovani?”.
La fede come fattore positivo per sé e per gli altri e le altre è emerso dalle parole di Emanuela Gitto, che ha esordito testimoniando la speranza che la vita di una credente in Cristo può suscitare attorno a sé: “‘Manu spera per me’, mi ha chiesto un’amica che sta passando un periodaccio nella sua vita. Questo mi fa sempre pensare: sperare e pregare vanno a braccetto. La fede per me è qualcosa che rende bella la nostra vita, ci dà occhi e modi per vedere la realtà. Gli altri lo riconoscono in noi. Come giovani viviamo una fase della vita piena di domande. La fede ci aiuta a sognare in grande nella nostra vita, a credere che ci sia qualcosa di più grande sognato per noi”.
La vicepresidente dei giovani di Azione Cattolica ha citato come un faro che illumina il cammino il proemio della “Gaudium et Spes” citata nella “Fratelli Tutti” da Papa Francesco: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo”. E ha sottolineato come il camminare insieme, in Azione Cattolica, di adulti, giovani e ragazzi sia un grande valore. Un altro luogo importante e primario di interazione per la fede è la famiglia. “Nelle famiglie la trasmissione della fede non è scontata – ha detto Emanuela –. La crisi della fede riguarda pure gli adulti. Anche noi giovani abbiamo il dovere di aiutare i genitori a crescere. Viviamo la sfida della famiglia come luogo di esperienza di fede”.

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