“No alla movida violenta, no al vuoto educativo, no al gioco d’azzardo incontrollato”. Sono alcuni dei temi su cui si è soffermato, ieri sera, il vescovo di Caserta, mons. Pietro Lagnese, durante l’omelia della messa per la patrona della città, Sant’Anna, celebrata nel santuario del capoluogo. “In questo momento c’è però un fenomeno – ha detto mons. Lagnese – che ci fa stare particolarmente in ansia ed è quello della movida violenta che riguarda, per la verità, non solo la nostra città, e neppure soltanto il nostro territorio provinciale e regionale, ma l’intero nostro Paese: gli atti di violenza, di bullismo, di teppismo, di litigi per futili motivi che sistematicamente si trasformano in scontri, risse, e che, purtroppo, si susseguono sempre più spesso tra noi. Non possiamo consentire che questi fatti si ripetano. Esattamente un anno fa denunciammo, proprio in occasione della festa della nostra patrona, questa deplorevole situazione e, di lì a poco, a un mese di distanza, ci vedemmo costretti ad assistere, impotenti, alla morte per accoltellamento, la notte del 28 agosto, a pochi metri da qui, del giovane Gennaro Leone”. Assolutamente “non dobbiamo permettere che scorra altro sangue per le nostre strade. Assolutamente non possiamo consentire che altre mamme e altri papà, come la mamma e il papà di Gennaro, debbano vedere i loro figli non far ritorno a casa, dopo una serata trascorsa in strada con i loro amici. Per questo c’è bisogno che si faccia di più, che le istituzioni facciano di più, che le forze dell’ordine siano ancora più presenti, nella consapevolezza che i tempi difficili che stiamo vivendo richiedono un maggiore senso di responsabilità della classe politica italiana, degli amministratori, delle donne e degli uomini dello stato, ma prima ancora di tutti noi adulti”. Mons. Lagnese ha lanciato anche un appello sul fronte educativo: “C’è un vuoto educativo spaventoso. Noi grandi, ai giovani, pare che non riusciamo più a indicare strade, a consegnare ideali; così abbiamo abdicato al nostro ruolo di educatori, illudendoci di poter affidare ad altri questa missione. La realtà è che, forse, non lo sappiamo fare più. Non sappiamo più educare: abbiamo perso l’abitudine e, ciò che è peggio, pare siano venute meno le motivazioni. Per accompagnare, educare, ci vuole fiducia, ci vuole speranza, ma soprattutto si richiede la capacità di guardare avanti, il desiderio di volersi donare, di fare qualcosa per gli altri, in una parola: amore e passione per la vita”.
Infine, l’allarme per la crescita a dismisura del gioco d’azzardo legale nella provincia di Caserta. “C’è pure un altro elemento che è indicatore della crisi, ed è la triste piaga della ludopatia che vede il territorio della provincia di Caserta tra i primissimi posti a livello nazionale – ha ricordato il vescovo -. Secondo le statistiche la provincia di Caserta, pur essendo tra le più povere d’Italia, è tra le primissime province del Paese in cui, in rapporto al numero di abitanti, si gioca di più, e ciò utilizzando le sole numerose possibilità legali, senza tener conto delle scommesse clandestine. Nella diocesi di Caserta, in particolare, ogni giorno si destina oltre 1 milione di euro al gioco d’azzardo legale”.