Tradizione non è “custodire delle ceneri, ma ravvivare il fuoco”. A ribadirlo è stato il Papa, nell’omelia della Messa presieduta al Commonwealth Stadium di Edmonton. “I nostri nonni e i nostri anziani hanno desiderato vedere un mondo più giusto, più fraterno e più solidale e hanno lottato per darci un futuro”, ha ricordato Francesco: “Ora, tocca a noi non deluderli. Sostenuti da loro, che sono le nostre radici, tocca a noi portare frutto. Siamo noi i rami che devono fiorire e immettere semi nuovi nella storia”. Di qui “alcune domande concrete: di fronte alla storia di salvezza a cui appartengo e di fronte a chi mi ha preceduto e amato, io che cosa faccio? Ho un ruolo unico e insostituibile nella storia: che traccia sto lasciando dietro al mio cammino, che cosa sto lasciando a chi mi segue, che cosa sto dando di me?”. “Tante volte si misura la vita in base ai soldi che si guadagnano, alla carriera che si realizza, al successo e alla considerazione che si ricevono dagli altri”, la denuncia del Papa: “Ma questi non sono criteri generativi. La questione è: sto generando vita? Sto immettendo nella storia un amore nuovo e rinnovato che prima non c’era? Sto annunciando il Vangelo dove mi trovo a vivere, sto servendo qualcuno gratuitamente, come chi mi ha preceduto ha fatto con me? Che cosa faccio per la mia Chiesa, per la mia città e la mia società?”.