“L’arrivo del maltempo che con grandine, venti forti e violente precipitazioni ha interessato le Regioni del Nord ha aumentato i danni provocati dalla siccità poiché le precipitazioni per essere di sollievo devono durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti”. Lo afferma la Coldiretti in riferimento all’allerta meteo della Protezione civile in nove Regioni del Centro-Nord già particolarmente provate dalla siccità.
“Una perturbazione – sottolinea l’associazione – che ha colpito a macchia di leopardo nelle diverse Regioni interessate con eventi estremi caratterizzati da nubifragi, rovesci di forte intensità, fulmini, forti raffiche di vento e grandinate anche dalle dimensioni anomale. Nelle campagne si contano alberi sradicati dalla furia del vento, frane, tetti scoperchiati ma anche intere coltivazioni di mais per l’alimentazione degli animali abbattute e danni localizzati ai vigneti come in Piemonte nel cuneese per le uve dolcetto”.
La grandine, evidenzia Coldiretti, “è in grado di distruggere il lavoro di un anno in una situazione in cui la siccità ha già avuto un impatto devastante sulle produzioni nazionali che fanno fatto stimare un caldo del 10% della produzione agricola nazionale”.
Quello dovuto alle conseguenze dei cambiamenti climatici, conclude l’associazione, “è un conto per l’agricoltura di 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture”.