“Abbiamo ancora negli occhi le drammatiche immagini degli incendi che nel corso della scorsa settimana si sono sviluppati sul Carso goriziano e triestino, sia italiano che sloveno. Le colonne di fumo e gli enormi roghi erano ben visibili a distanza. Un incendio che non ha precedenti per durata ed estensione. Un territorio, quello del Carso, già fragile in sé ed ora reso ancora più vulnerabile dalla prolungata siccità”. Lo ha scritto l’arcivescovo di Gorizia, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, in seguito all’emergenza incendi che negli ultimi giorni ha colpito il Carso.
“La Chiesa che è in Gorizia – assicura il presule – partecipa con sgomento, dolore ed apprensione agli avvenimenti di queste ore e persiste nella preghiera a favore delle popolazioni del Carso e per il dono della pioggia”. “In questa circostanza – continua l’arcivescovo – desidero esprimere la mia vicinanza alle care comunità del Carso, specialmente le più colpite, che sono state lambite dall’incendio e dove la popolazione ha dovuto subire un’evacuazione per mettersi al sicuro: in particolare quelle dei Comuni di Duino-Aurisina, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, Doberdò del Lago, Savogna d’Isonzo e Sagrado, ma anche Miren-Kostanjevica, Renče e Komen in Territorio sloveno. A loro assicuro una preghiera e una particolare vicinanza”. “Desidero anche ringraziare di cuore – prosegue mons. Redaelli – tutti quelli che in questi giorni si sono adoperati senza risparmiarsi – e sono davvero tanti – per la sicurezza delle persone e per lo spegnimento dei fuochi: in particolare i Vigili del Fuoco italiani e sloveni, il Corpo Forestale, i piloti degli elicotteri e dei canadair, gli insostituibili volontari della Protezione civile. Una sincera lode, unita a gratitudine, agli amministratori pubblici, alle Forze dell’ordine e agli enti regionali e statali intervenuti. A tutti voi deve andare la nostra ammirazione per lo sforzo compiuto e il nostro forte ringraziamento: Grazie! Hvala!”.