Ucraina: Morandini (Sae), “il dramma della guerra ha impatto su dinamica ecumenica e dialogo”

(Foto: Laura Caffagnini)

Sono “molti i fattori che oggi – in questo tempo, in questa Italia – interrogano e mettono in crisi la nostra speranza, ma ce n’è tra di essi uno che impatta più direttamente sulla dinamica ecumenica. Mi riferisco agli eventi ucraini: si tratta di un dramma di portata storica – per la violenza, per le vittime, per le devastazioni attuali e potenziali – ma anche al contempo di una grave impasse per il dialogo”. Lo ha sottolineato, stamattina, Simone Morandini del Comitato esecutivo del Sae (Segretariato attività ecumenica), nell’introduzione alla 58ª Sessione di formazione promossa dal Sae, alla Domus Pacis di Assisi, sul tema “In tempi oscuri, osare la speranza. Le parole della fede nel succedersi delle generazioni”. “Non intendo esaminare i fattori geopolitici in gioco, ma solo evidenziare come il ritorno della guerra al cuore dell’Europa esprima un grave imbarbarimento e sollevi pesanti interrogativi: che resta di quel sogno di positiva convivenza tra popoli e culture cui mira il dialogo? E come possiamo annunciare in questo tempo il Vangelo della pace, così duramente contraddetto dall’aggressività dei nazionalismi?”, si è chiesto Morandini.
“Particolarmente acuti si fanno tali interrogativi per noi, che operiamo in ambito ecumenico: il conflitto in Ucraina è pure legato ad una grave lacerazione al cuore di una delle grandi confessioni cristiane; l’ortodossia è in questi anni attraversata da forti tensioni – ha osservato il membro del Comitato esecutivo del Sae –. Le espressioni pronunciate dal patriarca Kirill di Mosca per benedire l’aggressione, poi, sembrano aver privato di senso la stessa parola pace, suscitando forti interrogativi anche negli organismi ecumenici. Quanto distanti siamo dal sogno di Dietrich Bonhoeffer di un Concilio che raccogliesse in unità i cristiani attorno alla parola pace (Fano 1934); quanto fragile ci appare adesso la dinamica Jpic – che ad esso si ispira – così centrale nel cammino ecumenico; quanto pesante la minaccia sulla vita della famiglia umana”. Certo, ha aggiunto Morandini, “anche in questo tempo – accanto alla preghiera insistente – occorre la fatica del discernimento, ad evitare giudizi affrettati e superficiali: la ricchezza del mondo ortodosso, che conosciamo ed amiamo, non è riducibile all’ideologia del ‘mondo russo’, né mancano entro la stessa ortodossia russa figure decisamente critiche nei confronti di Kirill e della guerra”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa