Aborto: mons. Ghizzoni (Ravenna), “per la legge italiana non è un diritto, i cristiani non possono sottrarsi alla lotta per la vita”

“La vita è un dono ricevuto, che trova la sua pienezza nel donarsi, fino in fondo”. Lo ha ricordato l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, in occasione della festa patronale di sant’Apollinare.
Nell’omelia il presule ha preso in esame “i duelli tra la vita e la morte” che segnano la nostra società. Ad iniziare dalla “guerra in Europa, tra due popoli europei, molto simili, che condividono le stesse tradizioni culturali e storiche e la stessa appartenenza religiosa alla Chiesa ortodossa”. “Dona a tutti – l’invocazione dell’arcivescovo – la forza per reagire e fermare la follia, l’odio, la vendetta, la violenza, il disprezzo dell’altro, non più riconosciuto come fratello, nemmeno se ha lo stesso sangue. Ti chiediamo con fede che tutti possiamo fare passi per ristabilire la giustizia, il rispetto della dignità e dei diritti di tutti, la riconciliazione e il perdono, infine la pace”.
Mons. Ghizzoni si è poi soffermato sulla “questione dell’aborto” che – ha precisato – “per la legge italiana (194/1978), non è un diritto, ma una possibilità, per motivi molto gravi, senza conseguenze penali”. “Nella realtà – ha proseguito – l’interruzione di gravidanza è sempre una disgrazia, sia per chi la subisce, cioè per quella vita umana che stava crescendo e sia per chi la provoca”. “Sappiamo che le cause sono tante e anche le responsabilità, che non sono solo delle donne, e che non si può semplificare un dramma umano di questo livello”, ha continuato l’arcivescovo, sottolineando che “tutto quello che possiamo fare perché l’aborto non accada, lo dobbiamo fare, per il bene di tutti”. “Chiediamoci – l’invito espresso da mons. Ghizzoni – se stiamo facendo il possibile per aiutare quelle donne o quei genitori che vorrebbero avere dei figli, ma vivono delle condizioni sociali o economiche o psicologiche che li metto in grande difficoltà e li spingono verso questa scelta. La legge italiana ci chiede di intervenire positivamente per aiutarle e assicurare un minimo di futuro ai figli, e come ultima ratio permette di affidare al momento della nascita la nuova creatura a chi la vuole adottare, come incentivo a portare a termine la gravidanza. È una lotta per la vita alla quale i cristiani non possono sottrarsi, offrendo il loro aiuto concreto a chi lo chiede o a chi ne ha bisogno, per esempio con i Centri di aiuto alla vita e con i nostri Consultori, ma anche adottando una famiglia in difficoltà, accompagnandola o con azioni simili”.
Infine mons. Ghizzoni ha posto l’attenzione sulla necessità di “sostenere le famiglie giovani contro l’inverno demografico”. “In una società dell’indifferenza e dell’egocentrismo – ha concluso l’arcivescovo – dobbiamo far prevalere una socialità della cura, dell’attenzione, della prossimità, coi piccoli e con gli anziani, con i più deboli. E far prevalere il perdono sul risentimento che genera divisione, conflitto, disprezzo dell’altro. Far prevalere la coscienza della propria finitezza, contro la brama del potere e dell’affermazione di sé o del proprio gruppo o nazione, sapendo che prima o poi viene il tempo in cui si dovrà rendere contro a Dio della propria esistenza e di come si sono trattati i propri fratelli”.

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