“Apprezziamo il testo costituzionale nella sua proposta sui diritti sociali, l’ambiente e il riconoscimento dei popoli indigeni. E valutiamo negativamente le norme che consentono l’interruzione della gravidanza, quelle che lasciano aperta la possibilità dell’eutanasia, quelle che deformano la comprensione della famiglia, quelle che limitano la libertà dei genitori di insegnare ai propri figli, e che pongono alcune limitazioni al diritto all’istruzione e alla libertà religiosa”. È articolato il giudizio dei vescovi cileni sulla nuova Costituzione, che sarò oggetto del plebiscito del prossimo 4 settembre. Nel chiedere un voto informato e in coscienza, i vescovi entrano nel merito di alcuni punti, approfonditi, durante l’assemblea plenaria che si è svolta questa settimana.
“Consideriamo particolarmente grave l’introduzione dell’aborto, che il testo della proposta costituzionale chiama ‘diritto all’interruzione volontaria della gravidanza’”, denunciano i vescovi. Colpisce che “la proposta costituzionale riconosca i diritti alla natura ed esprima preoccupazione per gli animali in quanto esseri senzienti, ma non riconosca alcuna dignità o diritto all’essere umano nel grembo materno”.
D’altro canto, è portatore di speranza “l’impegno a garantire un’ampia gamma di diritti fondamentali, umani e sociali, come istruzione, lavoro, alloggi dignitosi, proprietà, salute e benessere globale, uguaglianza e non discriminazione, sicurezza (pubblica, sociale, alimentare e informatica), tra gli altri. Particolarmente degni di nota sono i diritti degli anziani, delle persone con disabilità e delle persone private della libertà. Preziosa è anche la preoccupazione per la protezione dell’ambiente e della natura, tema particolarmente delicato nell’insegnamento di papa Francesco”.
Al termine di questo testo guida, i Vescovi del Cile rivolgono un appello speciale affinché “ogni cittadino si impegni personalmente per il bene comune e la giustizia, e cerchi di essere artefice di pace nei vari ambienti in cui vive con gli altri”. E tutto ciò a partire dal fatto che, “come più voci hanno espresso, tutto indica che il dibattito costituzionale proseguirà nel Paese dopo il 4 settembre, a prescindere dall’opzione che trionfa nel plebiscito. È importante che il dibattito sia non solo su un testo e sui migliori standard, ma su come continuiamo a ricercare uno sviluppo sempre più umano e globale per tutti, poiché “il bene, così come l’amore, la giustizia e la solidarietà, non sono raggiungono una volta per tutte; devono essere conquistati ogni giorno”.