Il nuovo testo costituzionale “richiede di cercare una motivazione consapevole e ben informata, che consenta un’adeguata valutazione etica. Ciò significa discernere in coscienza se la dignità dell’essere umano è rispettata e promossa, se si contribuisce alla realizzazione del bene comune e se vengono applicati gli altri valori dell’insegnamento sociale che promuovono un giusto ordine sociale”. A scriverlo è la Conferenza episcopale cilena, che si è confrontata questa settimana sulla nuova Costituzione cilena e sul plebiscito che si terrà il prossimo 4 settembre.
Una scelta non facile, che infatti sta dividendo anche il mondo politico e sociale del Paese. I vescovi chiedono che sia necessario “un discernimento informato e un voto in coscienza”, non negando che il nuovo testo contiene importanti novità rispetto, per esempio, alla tutela dell’ambiente, all’acqua come bene pubblico, al welfare, alla valorizzazione delle varie culture ed etnie, ma anche vari elementi chiaramente da rigettare.
Il messaggio sottolinea che la Costituzione «è una proposta che ci pone di fronte al nostro futuro, con la sfida di discernere se il testo offerto ci fornisca o meno un quadro sociale e giuridico adeguato, per costruire pace, solidarietà e giustizia nel nostro Paese, assicurando il funzionamento istituzionale che rende possibile e permette di indirizzare le richieste dei cittadini, soprattutto dei più vulnerabili”. In tale contesto, i vescovi, alla luce della dottrina sociale, “preoccupati per la vita e lo sviluppo del nostro popolo”, offrono le proprie linee guida “per illuminare dalla Parola di Dio la coscienza di tutti, specialmente di coloro che professano la fede cristiana”.