“Non ci stancheremo mai di sottolineare che la Chiesa in Germania non percorrerà una ‘via speciale tedesca’. Purtuttavia, consideriamo nostro dovere indicare chiaramente dove siano necessari cambiamenti. Per altro, già sentiamo che i problemi e le domande che noi solleviamo sono simili in tutto il mondo”. Così risponde una nota della Presidenza del Cammino sinodale alla dichiarazione diffusa nel pomeriggio di ieri dalla Sala Stampa vaticana. “Accogliamo con favore che la Santa Sede sottolinei ancora una volta ciò a cui ci siamo impegnati nello Statuto e nel Regolamento prima dell’inizio del Cammino sinodale nel 2019”, esordisce la nota, citando due articoli dei testi normativi del Cammino in cui è ribadita l’autorità dei singoli vescovi e della Sede apostolica. Nello Statuto si parla anche della “necessaria comunicazione con la Sede apostolica”: per questo il nunzio partecipa come osservatore alle Assemblee sinodali. “Fin dall’inizio del Cammino sinodale”, evidenzia il testo, “la Presidenza si è impegnata a cercare canali diretti di comunicazione con gli uffici romani”; proprio il fatto di non aver ancora ricevuto la possibilità di una comunicazione diretta genera “rammarico” e “irritazione”. Così pure “non è affatto segno di un buon stile comunicativo all’interno della Chiesa pubblicare dichiarazioni che non abbiano un nome e una firma”. Sarà la prossima Assemblea sinodale (Francoforte, 8-10 settembre) “il contesto per accogliere e discutere le preoccupazioni della Santa Sede”, conclude il testo della presidenza, auspicando si possano presto tenere “colloqui con quanti più organismi possibili all’interno della Curia romana”.