Brasile: presentato ufficialmente il documento del 50° di Santarém, “vero incontro sinodale” per le Chiese dell’Amazzonia

(Foto: Repam)

È stato presentato ufficialmente mercoledì 20 luglio, in una conferenza stampa, il documento finale dell’incontro “Santarém 50 anni: gratitudine e profezia”, svoltosi dal 6 al 9 giugno, in cui sono stati rievocati i 50 anni dello storico documento del 1972. La presentazione, curata dalla Commissione episcopale per l’Amazzonia della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) e dalla Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) del Brasile, in collaborazione con la Conferenza nazionale dei religiosi del Brasile (Crb), si è tenuta a Brasilia, durante l’assemblea generale della Crb.
Un documento elaborato a più mani, nato da “un vero incontro sinodale”, ha rimarcato Maria Ines Vieira, presidente uscente della Crb.
Tra le priorità del nuovo documento, si evidenzia “il rafforzamento delle comunità ecclesiali di base, il carattere ministeriale e la partecipazione delle donne, la formazione dei discepoli missionari in Amazzonia, la difesa della vita dei popoli dell’Amazzonia, la cura della nostra casa comune, l’evangelizzazione dei giovani e, in questo, la valorizzazione della pastorale giovanile, per una Chiesa in Amazzonia dal volto amazzonico”, ha spiegato dom José Ionilton Lisboa de Oliveira, vescovo della prelatura di Itacoatiara.
Secondo dom Leonardo Steiner, arcivescovo di Manaus e presidente della Commissione per l’Amazzonia della Cnbb, si deve avere a cuore la formazione, “affinché la nostra presenza sia qualificata e inserita. I laici sono sempre più attivi – e in particolare le donne – animatori attivi nella catechesi e nelle diverse attività pastorali”. L’arcivescovo di Manaus ha riflettuto anche sulla violenza contro i popoli indigeni, che arriva dall’esterno. In tal senso, ha sottolineato che “la morte del giornalista Dom e dell’attivista indigeno Bruno è un piccolo esempio delle violenze che stanno avvenendo nella nostra regione. La violenza viene dall’esterno attraverso l’avidità, il dominio della natura e della cultura, la distruzione delle terre indigene, della natura, delle culture”. Di fronte a questa realtà, “gli abitanti del territorio sono più organizzati, grazie alla presenza della Chiesa”.

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