“Almeno tre bambini sono stati uccisi e diversi feriti a Zakho, nel governatorato di Dohuk, nell’Iraq settentrionale, ieri. Questa è una prova devastante della necessità di fermare l’uso di armi esplosive nelle aree popolate. L’Unicef è profondamente preoccupato per l’uccisione di 3 bambine di uno, 12 e 16 anni, nell’attacco di ieri”. Lo dichiara Sheema SenGupta, rappresentante dell’Unicef in Iraq. “L’Unicef condanna tutti gli atti di violenza sui bambini, è vicino alle famiglie in lutto per l’uccisione dei loro figli e augura ai feriti una rapida guarigione – aggiunge -. Essere vittima, assistere o temere la violenza non dovrebbe mai far parte dell’esperienza di nessun bambino. Tutti i bambini n Iraq meritano di vivere le proprie vite senza la costante minaccia di violenza aggravata dall’uso di armi esplosive”.
L’Unicef chiede a tutte le parti di “rispettare i loro obblighi secondo il diritto internazionale a proteggere i bambini in ogni momento e senza ritardi”. “L’utilizzo di armi esplosive in aree popolate sta incrementando in Iraq. Questo attacco fa seguito a un altro recente del 15 giugno nell’area di Sinjar nel Governatorato di Ninewa, in cui un ragazzo di 12 anni è stato ucciso. Questi attacchi mettono i bambini a rischio non solo oggi ma minacciano le vite delle generazioni future. Negli ultimi 5 anni, almeno 519 bambini sono stati uccisi o feriti (in Iraq) a causa di ordigni esplosivi”.
Infine, ancora una volta, l’Unicef lancia un appello alle parti ad “assicurare la sicurezza e il benessere di bambini e giovani e chiede di sostenere il diritto dei bambini a essere protetti e a vivere in un ambiente privo di violenza in ogni momento”.