Con l’Eucaristia presieduta dal vicepresidente, mons. Fernando Chomali, arcivescovo di Concepción, è iniziata lunedì scorso l’assemblea della Conferenza episcopale del Cile (Cech), che proseguirà fino a venerdì 22 luglio nella periferia di Santiago, nella municipalità di Padre Hurtado.
Durante questa settimana di lavori, secondo quanto riferisce l’ufficio comunicazione della Cech, i vescovi riflettono sulla realtà nazionale, nel contesto del plebiscito riguardante la nuova Costituzione, che si terrà il 4 settembre, e sul cammino sinodale in corso, rispetto al quale prepareranno il rapporto nazionale per il Sinodo convocato da Papa Francesco.
Lo scorso 4 luglio, a un anno esatto dall’inizio dei lavori della Convenzione nazionale, presieduta dall’accademica mapuche Elisa Loncón, il testo della nuova Costituzione, che si compone di 178 pagine, 388 articoli e 54 norme transitorie, è stato consegnato al presidente Gabriel Boric. Il testo disegna un Paese “plurinazionale e multiculturale” e inverte alcuni capisaldi del liberismo economico che ha caratterizzato il Paese in questi decenni, prevedendo “uno Stato sociale, democratico e di diritto” negli ambiti della sanità e dell’istruzione e l’acqua come bene pubblico. Al tempo stesso, l’aborto viene considerato un diritto costituzionale. Anche a causa di questa e altre scelte, il dibattito, nel Paese, e anche all’interno della Chiesa, è acceso.