“Trent’anni fa a via D’Amelio l’Italia perdeva uno dei suoi servitori più fedeli, simbolo d’integrità morale, coraggio e impegno civile. Il giudice Paolo Borsellino ha rivoluzionato la lotta alla mafia, ne ha decifrato le trame più oscure e ci ha indicato la via per sconfiggerla: un ‘movimento culturale’ che coinvolga l’intero Paese, a partire da scuole e famiglie”. Lo dichiara il presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in occasione del 30° anniversario della strage di via D’Amelio, a Palermo, in cui morirono il giudice Borsellino e gli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina.
“Oggi – sottolinea la seconda carica dello Stato – il suo monito sulle ingerenze della mafia nell’economia legale è più attuale che mai: la crisi ha messo a dura prova le imprese e lo Stato non deve permettere che chi è in difficoltà finisca nelle mani dei clan”. “Ai familiari di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta – conclude Casellati – rinnovo la mia vicinanza: finché la verità su quel tragico 19 luglio non sarà accertata, la memoria dei loro cari non potrà dirsi onorata”.