“Guardiamo sopra il sole”: è il titolo che mette insieme due volumi – “Magistero episcopale” e la “Celebrazione del mistero” – sull’episcopato di mons. Ignazio Sanna, arcivescovo emerito di Oristano (Edizioni “L’Arborense”). Due tomi dove in filigrana si legge tutto l’episcopato (2006-2019) del vescovo n. 104 della serie della Chiesa di Oristano, subito chiamato, si legge in una recensione a firma di Mario Girau, a “lasciare la scuola dell’Università e iniziare a frequentare la scuola dell’esperienza quotidiana di umanità”, lezioni di vita a contatto con gli ammalati di Sla, negli ospedali, nelle case di cura, nel carcere, dove Sanna scopre “autentici santuari di sofferenza e banchi di prova della conservazione o della perdita delle fede”. Il presule amalgama gli insegnamenti appresi “dalla cattedra della sofferenza” e i suoi studi e ricerche di teologia e antropologia nelle 13 commemorazione dei defunti, nelle 12 messe solenni di Natale e Pasqua, in occasione delle 17 ordinazioni sacerdotali. Anche i 33 funerali di preti e frati sono stati tramutati da Sanna in straordinarie occasioni di catechesi. “Prediche” non improvvisate, sempre scritte, curate nella forma, centrate sulla sostanza del rito celebrato: esequie, giornate della vita consacrate, messe crismali, solenne liturgie dove non sono mancati anche momenti di commozione, soprattutto quando “imponevo le mani di apostolo per consacrare una persona al servizio della Chiesa e del prossimo”: è il momento della paternità e continuità sacerdotale. Mons. Sanna ha fatto di tutto per conoscere la sua diocesi, anche un’indagine socio religiosa, nel 2011, per calibrare meglio gli interventi della Chiesa sulla effettiva realtà del territorio.