“Milioni di bambini in tutta Europa, secondo l’allarme lanciato dai medici, rischiano di contrarre malattie respiratorie, renali e sono esposti ad altri rischi per la salute a causa delle temperature record che stanno attraversando il continente”. Save the Children ritiene che “questa valutazione debba essere un monito per i leader mondiali ad agire con urgenza sulla crisi climatica, al fine di ridurre l’esposizione dei minori a pericolose ondate di calore e proteggere le generazioni future”.
La scorsa settimana la popolazione di Francia, Spagna e Portogallo ha dovuto affrontare ondate di calore estreme e incendi. Nel Regno Unito, per la prima volta nella storia, il Met Office ha emesso un allarme “rosso” per il caldo eccezionale. Anche sul fronte italiano le ripercussioni della crisi climatica e ambientale si fanno sentire. Nel nostro Paese la probabilità di eventi estremi è aumentata del 9% in vent’anni e i bambini rischiano di subire in modo pesante i disagi che questo comporta. La crisi climatica sta rendendo questo tipo di eventi meteorologici estremi più frequenti e gravi. Secondo una ricerca di Save the Children e della Vrije Universiteit Brussel (Vub) intitolata “Nati nella crisi climatica”, in media in base agli impegni iniziali di riduzione dell’Accordo di Parigi, “i bambini nati nel 2020 dovranno affrontare un numero di ondate di caldo torrido quasi sette volte superiore a quello dei loro nonni, nonché un numero di incendi devastanti doppio”.
“Purtroppo, la realtà di queste ondate di calore non è semplicemente un aumento del tempo libero nel parco o sulla spiaggia. Queste temperature elevate sono pericolose per la nostra salute e per le nostre vite, in particolare per i bambini, che sono più vulnerabili a causa del loro continuo sviluppo fisico e della minore capacità di regolare la temperatura corporea”, ha dichiarato Yolande Wright, direttore dell’area Povertà infantile e clima di Save the Children.
“Mentre il mondo si riscalda – aggiunge Wright – e non ci sono segnali di azioni sufficienti per limitare il riscaldamento, sono i bambini, con tutta la vita davanti a loro, a sopportare il peso maggiore. La crisi climatica colpisce in modo sproporzionato anche i bambini dei Paesi a basso e medio reddito e delle comunità svantaggiate. C’è, però, una speranza: il mondo ha le risorse e gli strumenti necessari per garantire il benessere di ogni bambino su un pianeta sano per le generazioni a venire. Abbiamo bisogno che i leader facciano tutto ciò che è in loro potere per limitare il riscaldamento delle temperature a 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali e per definire piani adeguati ad aiutare le comunità ad adattarsi alla nostra nuova normalità. Sappiamo che sono necessari cambiamenti fondamentali per affrontare sia le crescenti disuguaglianze che il caos climatico. Altrimenti, staremmo deludendo i nostri figli”.