“Viaggiamo perché non ne possiamo fare a meno. L’idea del viaggio ci appartiene, ci tenta. Quando l’uomo, la donna, camminano, viaggiano, spesso cambiano soltanto lo scenario, il paesaggio; non cambiano se stessi, raramente viaggiano al loro interno”. Lo scrive l’arcivescovo di Ancona-Osimo, mons. Angelo Spina, nell’editoriale del quindicinale diocesano “Presenza”. “Il cambiamento di scenario, di paesaggio, crea in noi l’illusione di vivere, di cambiare, di ‘fluire’, ma in realtà si verifica un immobilismo psicologico con tratti distinti che ci ingannano e attraverso i quali inganniamo gli altri – osserva –. Per vivere veramente è necessario viaggiare all’interno di se stessi”.
Ricordando che “ognuno di noi ha un luogo che ama particolarmente, legato all’infanzia, a un momento significativo della propria vita”, il presule evidenzia che ci sono “luoghi che ci appartengono perché in qualche modo noi apparteniamo a loro”. “Li amiamo come si ama una madre, una sposa, un amico – aggiunge –. Ogni volta che vi torniamo ne scrutiamo con apprensione l’aspetto, per verificare se sono cambiati in nostra assenza. Il viaggio allora è dentro di noi con l’irresistibile necessità di ritrovare la vita nella sua forma pura”. Infine, dal suo editoriale emerge che “a volte, tutto quel che ci serve è abitare la vita in un altro modo”. “È semplicemente camminare con un altro passo sulle strade che già ogni giorno percorriamo. È aprire la finestra quotidiana, ma lentamente, nella consapevolezza che la stiamo aprendo. È, in fondo, assaporare il gusto delle cose più semplici”.