Prende il via stasera la 27ª edizione del GiaveraFestival che proseguirà fino a domenica 17 luglio sul tema “Dove portano i venti…”. In tempi di “equilibri sconvolti, di cambiamenti e trasformazioni di un Mondo sull’orlo”, l’appuntamento – spiega il presidente del GiaveraFestival, don Bruno Baratto – vuole interrogarsi sull’oggi e sul domani, perché “il domani, è il passo avanti a noi” e quel passo va fatto insieme e con tutta la responsabilità che siamo in grado di assumerci “ascoltando il respiro del mondo” e allargando lo sguardo su prospettive più vaste.
Il Festival quest’anno offre una rassegna particolarmente ricca e qualificata di persone “che – continua don Baratto – ci accompagneranno a esplorare quali siano le rotte che si intuiscono e le scelte che ci si prospettano, per essere capaci di confrontarci in maniera informata e consapevole con quanto sta accadendo”.
Ad aprire gli eventi sarà questa sera, alle 20.45, il direttore di “Avvenire”, Marco Tarquinio, che affronterà tematiche significative e attuali nell’incontro ospitato negli spazi della Casa accoglienza migranti di Giavera del Montello.
Domani sera, sempre alle 20.45 negli spazi della Casa accoglienza migranti, sarà la volta di Vittorio Emanuele Parsi, docente dell’Università Cattolica di Milano ed esperto di relazioni internazionali, che a partire dal suo ultimo libro “Titanic”, rifletterà con i presenti sui rischi di naufragio dell’attuale ordinamento della società globale e i necessari cambi di rotta per evitarlo. Sabato 16 luglio, il prof. Grammenos Mastrojeni interverrà alle 18 in villa Wassermann coniugando cambiamenti climatici e scelte di sostenibilità possibili. Alle 20 nel foyer di villa Wassermann, Matteo Moretti, designer e docente all’Università di Bolzano, presenterà il Piccolo Salone del Fare-Migrare, un’occasione inedita per incontrarci e scambiare con esperienze produttive originali nate da apporti di competenze artigiane e creative dei migranti presenti in Italia. La serata prevede ancora, alle 20.30, un teatro reportage dalla Palestina con il gruppo “Zaatar” e alle 21.30 la proposta del docufilm “The Wire” sul confine sloveno-croato della rotta balcanica, presentato dalla regista Tiha Gudac. Dalle 19 in poi, una ricca varietà di interventi musicali.
La giornata conclusiva di domenica 17 luglio si aprirà alle 11 in villa Wassermann con il Quartetto per il dialogo nazionale tunisino, premiato nel 2015 con il Nobel per la pace “per il suo contributo decisivo alla costruzione di una democrazia pluralista in Tunisia dopo la rivoluzione dei Gelsomini del 2011”. Con loro si parlerà della situazione del Mediterraneo e dell’importanza della società civile negli eventi di cambiamento. Nel pomeriggio Moni Ovadia offrirà un contributo su “Essere viventi”, ovvero sulla condizione umana nel nostro tempo. Alle 18, Paolo Guerrieri, docente di Economia alla Sapienza di Roma, ragionerà di mutamenti dell’attuale fase economica e di conseguenze per il nostro prossimo futuro. Alla sera alle 20.30 Andrea Pennacchi con “Sbuffi spifferi folate… dove portano i venti?”. La serata si arricchisce, quindi, di sonorità che intrecciano varie parti del mondo, con la Fanfara Station e il gruppo Carlos Paz, musicista dell’Orchestra di Piazza Vittorio che chiuderà con un viaggio musicale di contaminazioni dalle Ande ai Caraibi.
Non mancano le proposte di mostre fotografiche colte da punti di vista particolari. Infine, Matthias Canapini, reporter con “tanta strada sotto i piedi”, racconterà volti e storie di umanità sconosciuta.