Scienziati, economisti e rappresentanti di organizzazioni della salute lanciano un appello a sostegno della proposta di “un’infrastruttura pubblica europea che sviluppi vaccini e farmaci come bene comune” che verrà discussa il 28 settembre presso il Parlamento europeo. Nata all’interno del Forum disuguaglianze e diversità, l’idea è stata poi sviluppata da Massimo Florio con un gruppo di ricerca internazionale su richiesta dello Science and Technology panel del Parlamento europeo. “Mentre i cittadini e le cittadine europei sono ancora nella morsa del Covid-19 e delle sue varianti, e stanno iniziando i piani per la quarta dose, al di là dell’Atlantico l’amministrazione Biden, secondo la notizia riportata da Reuters e Wall Street Journal, ha sottoscritto un contratto con Pfizer da 3,2 miliardi di euro per 105 milioni di dosi a 30 dollari l’una. Studi indipendenti – si legge – stimano il costo di una dose di vaccino a mRna fra 1,20 e 3 dollari”: si genera quindi un margine di profitto lordo rilevante per la casa farmaceutica. In Europa “si apre invece un’opportunità senza precedenti di andare in una direzione diversa, mettendo al primo posto il diritto alla salute.”
Il prossimo 28 settembre, presso il Parlamento europeo, si discuterà “l’idea di costituire un’infrastruttura pubblica comune di ricerca biomedica, per lo sviluppo autonomo di nuovi farmaci, vaccini, diagnostica e tecnologie medicali, orientata dai bisogni della salute, sostenuta dai governi della Ue, aperta a Paesi terzi, in dialogo con la società civile, in grado di valorizzare le eccellenti capacità esistenti in Europa nelle università, negli istituti no-profit, nelle imprese innovative, sulla base di contratti trasparenti e senza esclusive brevettuali”.
A sostegno della proposta parte oggi una lettera aperta alle istituzioni europee e ai governi. “Chiediamo alle istituzioni europee ed ai governi di prendere in considerazione questa proposta, di farla propria e di svilupparla con senso di urgenza”, si legge nell’appello. “In un momento in cui la salute di milioni di cittadini e cittadine europee è ancora sotto attacco del virus, sarebbe imperdonabile non cogliere l’occasione per cambiare radicalmente il rapporto tra salute come bene comune e profitto oligopolistico di un ristretto gruppo di multinazionali farmaceutiche. La scienza e i sistemi sanitari europei possono diventare autonomi iniziando ora un progetto comune”. Qui il testo dell’appello.