“Nell’ambito degli impegni del Piano italiano per la ripresa e la resilienza”, in Italia “sono state adottate ampie riforme della giustizia civile e penale, volte a migliorare la qualità e l’efficienza del sistema giudiziario”. Oggi la Commissione ha pubblicato la terza relazione annuale sullo Stato di diritto nei Paesi Ue. La pubblicazione avviene “sullo sfondo dell’invasione russa dell’Ucraina, che ha evidenziato in modo ancor più marcato quanto sia importante difendere i valori democratici, i diritti umani e lo Stato di diritto”, vi si legge. Nel capitolo specificamente dedicato all’Italia (ogni Paese ha una scheda specifica) si legge ancora: “La digitalizzazione del sistema giudiziario sta facendo ulteriori progressi nei tribunali civili, mentre permangono problemi nei tribunali penali e nelle procure. Sono in corso di attuazione misure specifiche volte a supportare i giudici. Queste misure, insieme alla prossima legislazione di attuazione, intendono affrontare le gravi sfide legate all’efficienza del sistema giudiziario, compresi gli arretrati e la durata dei procedimenti”. Il 16 giugno 2022 il Parlamento italiano ha approvato una nuova legge di riforma del sistema giudiziario, “che contiene anche disposizioni in merito all’istituzione e al funzionamento del Consiglio superiore della magistratura. La normativa di attuazione, da adottare entro un anno, offrirà l’opportunità di adottare disposizioni più dettagliate che tengano conto delle norme europee sull’indipendenza della magistratura”.
“Sebbene la riforma della giustizia penale affronti gli eccessivi ritardi nei procedimenti giudiziari per corruzione, sarà necessario un attento monitoraggio per garantire che i casi di corruzione non siano automaticamente chiuso a livello di appello”. Inoltre “sono ancora pendenti diverse proposte legislative volte a rafforzare la prevenzione della corruzione, comprese la protezione degli informatori, i conflitti di interesse e il lobbismo”. Le regole di finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali “mostrano alcune scappatoie significative, mentre sono state avviate diverse indagini su casi e sono state raggiunte le condanne di primo grado”.
L’Italia “dispone di un solido quadro legislativo che regola il settore dei media, compresi i media di servizio pubblico, nonché di un regolatore dei media indipendente ed efficace. Persistono preoccupazioni in merito alle precarie condizioni di lavoro di molti giornalisti nel Paese, alla protezione delle fonti giornalistiche e alla questione del segreto professionale”.
Oltre a ricordare gli impegni assunti nell’ambito del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza relativi ad alcuni aspetti del sistema giudiziario e del quadro anticorruzione, la relazione Ue raccomanda all’Italia: “Continuare gli sforzi per migliorare il livello di digitalizzazione del sistema giudiziario”; proseguire le operazioni della polizia e della procura “contro la corruzione ad alto livello”; adottare regole complete sul conflitto di interessi; introdurre tutele legislative e di altro tipo per riformare il regime sulla diffamazione, la tutela dei segreto professionale e fonti giornalistiche.