Ue: relazione sullo stato di diritto. “In alcuni Paesi europei problemi strutturali per l’indipendenza della magistratura”

La relazione annuale sullo stato di diritto in Europa, pubblicata oggi dalla Commissione Ue, comprende una panoramica delle tendenze in tutta l’Unione e 27 capitoli dedicati ai singoli Paesi, nei quali sono analizzati gli sviluppi in ciascuno Stato membro da luglio 2021. Quest’anno contiene per la prima volta anche raccomandazioni mirate per ciascuno Stato membro. Lo scopo delle raccomandazioni è “incoraggiare gli Stati membri a portare avanti le riforme già avviate o previste e aiutarli a individuare gli ambiti in cui sono necessari miglioramenti”. La relazione analizza gli sviluppi in quattro settori chiave per lo stato di diritto: i sistemi giudiziari, il quadro anticorruzione, il pluralismo e la libertà dei media e altre questioni istituzionali relative al bilanciamento dei poteri. Da essa emerge che in molti Stati membri “sono proseguite le riforme per far fronte alle sfide individuate nelle due edizioni precedenti. Allo stesso tempo alcuni Stati membri continuano a destare preoccupazioni di natura sistemica”.
Tra le principali constatazioni e raccomandazioni, le prime riguardano le riforme della giustizia. “Nell’ultimo anno – vi si legge – le riforme della giustizia sono rimaste in cima all’agenda politica. Molti Stati membri hanno avviato importanti riforme per rafforzare l’indipendenza della magistratura, ad esempio per quanto riguarda la composizione e i poteri dei consigli di giustizia, il miglioramento delle procedure di nomina dei giudici o l’aumento dell’autonomia delle procure. Hanno inoltre introdotto misure volte a migliorare l’efficienza e la qualità della giustizia, come una maggiore digitalizzazione dei sistemi giudiziari”.
Allo stesso tempo “in alcuni Stati membri persistono preoccupazioni strutturali per quanto riguarda l’indipendenza della magistratura. In alcuni Stati si riscontrano problemi relativi alle nomine ai tribunali di grado superiore e alla presidenza degli organi giurisdizionali, mentre in altri a destare preoccupazione è il grado di indipendenza e autonomia delle procure e il fatto che si ricorra a procedimenti disciplinari per intaccare l’indipendenza della magistratura”.

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