Ventitré outfit indossati da modelli e modelle con disabilità sfileranno il 14 luglio, alle 16, a Villa Sassi durante la settima edizione Torino Fashion Week, l’evento che unisce moda, cultura e inclusione, dando spazio anche agli stilisti emergenti: è il risultato del progetto “Diritto all’eleganza”, promosso da Uildm-Unione italiana lotta alla distrofia muscolare.
“Diritto all’eleganza”, giunto alla sua terza edizione, è nato dalla concreta necessità di aumentare l’informazione e la sensibilizzazione sul tema dell’inclusione sociale della persona con disabilità e affermare il diritto ad esprimere sé stessa attraverso la cura di sé, lo stile e la scelta dei capi da indossare. Ancora oggi, infatti, le persone con disabilità faticano a trovare capi alla moda perché è carente l’offerta di abiti adatti a essere indossati, che coniughino eleganza e vestibilità ottimale: abiti comodi, a prezzi abbordabili, facili da indossare grazie ad accorgimenti per diversi tipi di disabilità, ma soprattutto belli, che facciano sentire bene e che raccontino qualcosa della personalità chi li indossa.
“Diritto all’eleganza” ha coinvolto gli studenti e i docenti di tredici istituti superiori e accademie a indirizzo moda in tutta Italia nella progettazione e nella realizzazione di abiti in base alle esigenze di vestibilità di persone in carrozzina, modificati nel taglio e in accorgimenti quali chiusure facilitate per agevolare chi li indossa e consentire la massima autonomia anche a chi ha limitazioni motorie.
Le sezioni locali dell’Uildm sono entrate nelle classi, e dopo alcuni incontri di promozione e sensibilizzazione per raccontare la realtà dell’associazione che da 61 anni lavora per l’inclusione sociale delle persone con disabilità, hanno proposto agli studenti di riflettere sul tema di una moda inclusiva e di disegnare abiti da uomo e donna che coniugassero eleganza e accessibilità. Hanno così preso forma gli outfit che sfileranno giovedì 14 luglio durante la Torino Fashion Week.
“È stata una bellissima esperienza lavorare con gli studenti – dichiara Stefania Pedroni, vicepresidente nazionale Uildm e responsabile del progetto – dar loro la possibilità di liberare ingegno e creatività per diffondere la cultura dell’inclusione. Una delle cose più belle di questo progetto – continua – è stato come gli studenti siano entrati in contatto con disinvoltura con il corpo dei modelli e delle modelle, toccandolo, vestendolo con professionalità. L’hanno fatto con la massima semplicità, chiacchierando, scherzando, dando consigli. Senza pregiudizio o stereotipi, ma costruendo un rapporto personale. Ci auguriamo che questa iniziativa abbia aiutato giovani, docenti e familiari a prendere coscienza di questo tema stimolando l’abbattimento delle barriere culturali. Il mio sogno è di entrare in un negozio tra 10 anni e vedere abiti per tutti i tipi di fisicità e per tutte le condizioni, insieme. Per farlo dobbiamo partire dai più giovani, insegnando la bellezza e l’importanza dell’inclusione”.