Prudenza e sapienza. Questi i due termini su cui mons. Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme, ha invitato ieri sera a riflettere i fedeli in occasione della celebrazione eucaristica in onore della festa di San Benedetto. “Nella mentalità orientale – ha detto –, la prudenza non è procedere con i piedi di piombo, ma è mettersi al passo di ciò che il Signore ci chiede. È la scelta di chi mette in armonia sia le proprie scelte con ciò che il Signore chiede all’uomo sia l’esistenza concreta con la volontà di Dio. Prudenza è procedere secondo il piano di Dio”. Riguardo poi al secondo termine, il vescovo Parisi ha detto: “Noi ragioniamo con un’idea, con una nozione di sapienza che è prettamente greca: la sofia. Qui, invece, la sapienza altro non è che quella disposizione con la quale tu sei chiamato a guardare la vita, ad accogliere la vita. Lo dico con un significato che è legato anche al nostro termine italiano sapienza che viene da sapere che vuol dire assaporare, gustare: noi siamo chiamati ad assaporare la vita”. “Allora, la sapienza è come un anello di congiunzione tra la vita che vivi, quella che ti si presenta davanti, e la tua percezione della vita che vivi e che devi vivere. Il sapiente è colui che davvero riesce a vedere nella realtà che vive il suo desiderio: vivere. E questa forma di sapienza è contro l’alienazione, è contro quel modo di vedere la vita che sposta i problemi, i drammi, dicendo ‘poi vedrò’, poi affronterò o problemi, domani se ne parlerà”. Da qui un’esortazione: “Poni il tuo cuore alla sapienza e questo è l’anello che congiunge il desiderio e la realtà”.