“Il tentativo di introdurre un presunto diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea metterebbe in grave pericolo il diritto all’obiezione di coscienza”. Lo ha detto il card. Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece), al termine dell’incontro che ha avuto ieri con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, insieme al presidente della Conferenza delle Chiese europee (Cec). In un comunicato, la Comece fa sapere che il presidente dei vescovi cattolici Ue ha espresso “le preoccupazioni della Chiesa cattolica per il modo in cui la questione dell’aborto viene trattata a livello comunitario”. L’8 giugno scorso, la Comece, aveva espresso preoccupazione e “sorpresa” per la risoluzione passata al Parlamento europeo che guardando alla situazione negli Stati Uniti, qualifica l’aborto come “diritto” ed esorta gli Usa e i Paesi europei a non deteriorare i diritti delle donne in merito all’interruzione di gravidanza, garantendo un accesso sicuro all’aborto. “Vorremmo ribadire – spiegava in quell’occasione il segretario generale della Comece, padre Manuel Barrios Prieto – che, dal punto di vista giuridico, non esiste un diritto all’aborto riconosciuto nel diritto europeo o internazionale. Pertanto, nessuno Stato può essere obbligato a legalizzare l’aborto, o ad agevolarlo, o essere strumentale per praticarlo”. In particolare, i vescovi Ue mettevano in evidenza “con grande preoccupazione e rammarico la negazione del diritto fondamentale all’obiezione di coscienza, che è un’emanazione della libertà di coscienza”. “Siamo allarmati dal fatto che il diritto delle istituzioni sanitarie a rifiutarsi di fornire determinati servizi, compreso l’aborto, sia indebolito o, addirittura, negato”.
Sul tema dell’aborto nella legislazione degli Stati Uniti il Parlamento europeo tornerà a confrontarsi durante la plenaria della prossima settimana a Strasburgo, con un dibattito e una nuova risoluzione.