“Con l’assemblea di restituzione della relazione presentata alla Cei, si è conclusa in diocesi la prima fase del percorso sinodale, frutto del discernimento e dell’ascolto svolto in circa 200 gruppi: una fase di ascolto che ha coinvolto le comunità parrocchiali e i preti” della chiesa di Trapani, “e che si era aperta nel novembre scorso in cattedrale”. L’incontro, che si è tenuto presso la sala “Santa Chiara” del seminario vescovile ha visto una prima presentazione quantitativa e qualitativa del lavoro svolto e un momento di confronto in assemblea. “Questa prima tappa del cammino sinodale ha permesso di maturare risposte alle questioni irrisolte – hanno spiegato suor Michela Posla ed Enzo Lo Pinto a nome dell’equipe sinodale di coordinamento – ma ha sollecitato una presa di coscienza della necessità di un forte rinnovamento nell’approccio culturale e nella prassi pastorale delle nostre comunità. Tra i nodi di difficoltà maggiormente avvertiti dai gruppi sinodali emerge l’autoreferenzialità e il clericalismo, il desiderio di nuove forme di formazione, l’urgenza di far diventare il metodo sinodale lo stile comunitario di parrocchie e gruppi sempre più inclusivi dove si è capaci di ascoltare e di trovare ascolto ma anche l’entusiasmo di sentirsi una chiesa in cammino che non si arrende e non si rassegna”.
Al confronto sulla sintesi conclusiva è seguito l’intervento del vescovo Pietro Maria Fragnelli che ha presentato alcuni elementi di questa prima fase del Cammino sinodale in Italia sintetizzandolo nel: cantiere dei soggetti ecclesiali (corresponsabilità e formazione); cantiere di ascolto dei “mondi” (poveri, fragili, donne, mondo imprenditoriale…); cantiere delle strutture da snellire, lanciando la proposta di un “cantiere diocesano” che ha intitolato “Evangelii gaudium” come l’esortazione apostolica di Papa Francesco che rappresenta il testo programmatico del pontificato. Il percorso sinodale continuerà nei prossimi anni.