17,5 milioni di persone sono morte per la pandemia, quasi 30 mila al giorno, da quando l’Organizzazione mondiale del commercio, 20 mesi fa, ha iniziato a discutere la proposta di sospensione delle regole che tutelano proprietà intellettuale di vaccini, terapie e diagnostica Covid-19. È l’allarme lanciato da Oxfam e Emergency, membri della People’s vaccine alliance, in vista dell’incontro dell’Omc in programma dal 12 al 15 giugno a Ginevra. “La proposta di sospensione dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini, cure e test diagnostici relativi al Covid – avanzata da India e dal Sud Africa nell’ottobre 2020 e sostenuta da oltre 100 Paesi – consentirebbe ai Paesi a basso e medio reddito di realizzare questi prodotti sanitari indispensabili per la prevenzione e la cura del Covid-19 a prezzi più bassi rispetto agli attuali, imposti dalle aziende farmaceutiche monopoliste”, hanno detto Sara Albiani, policy advisor sulla salute globale di Oxfam Italia e Rossella Miccio, presidente di Emergency”. Dopo più di 18 mesi dalla proposta di sospensione dei diritti di proprietà intellettuale, alla prossima riunione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio si discuterà infatti ancora su un documento di compromesso che si allontana molto dall’idea originale e aggiunge ulteriori ostacoli per le aziende farmaceutiche nei Paesi in via di sviluppo. In primo luogo, perché riguarda i soli vaccini, escludendo le terapie e la diagnostica, che sono altrettanto fondamentali per salvare vite e ridurre la mortalità. Inoltre perché la proposta si applica, solo ai brevetti e non ad altre forme di proprietà intellettuale, che possono creare barriere legali e normative alla produzione di vaccini (così come di terapie e diagnostica). Diritti d’autore, marchi, segreti commerciali, design industriale e dati non divulgati rimarranno una potenziale barriera alla produzione a basso costo e all’accesso a vaccini e altre tecnologie mediche. Attualmente, meno di un quinto degli africani ha ricevuto un ciclo vaccinale completo. Nonostante le immani difficoltà, l’Africa è stata più efficiente di Portogallo e Austria nella somministrazione dei vaccini ricevuti. “L’Ue di fatto rimane sorda agli appelli dell’Africa che chiede una sospensione dei diritti di proprietà intellettuale. – continuano Albiani e Miccio – Asseconda gli interessi dell’industria farmaceutica, senza mostrare la flessibilità necessaria a ricostituire un senso di fiducia in tempi di crisi tanto drammatici”.