(Strasburgo) “Difendiamo il nostro territorio ma anche tutto il mondo civilizzato”. “L’esercito russo non rispetta nessuno e nessuna convenzione internazionale. Stanno commettendo crimini di guerra e ne dovranno rispondere”. Ruslan Stefanchuk, presidente della Rada, il Parlamento di Kiev, racconta, commosso, nell’emiciclo del Parlamento europeo, gli sviluppi della guerra scatenata dalla Russia contro il suo popolo. Parla della perdite di vite umane, degli sfollati interni e all’estero (in totale 14 milioni), delle distruzioni materiali. “Ringrazio per gli aiuti che ci state dando e per l’accoglienza riservata ai profughi del mio Paese” in fuga dalla guerra. E poi invoca una risposta positiva dal Consiglio europeo che il 24 giugno esaminerà la domanda per l’ottenimento dello status di Paese candidato all’adesione avanzata dal presidente Zelensky. L’oratore, più volte interrotto dagli applausi, riconosce il sostegno sempre avuto dal Parlamento Ue. “L’Ucraina è l’Europa”, ha dichiarato lo stesso Stefanchuk in un precedente incontro con la stampa. “Il nostro popolo sta lottando per i valori europei”. E se il 24 giugno dal summit Ue uscisse un “no” allo status di Paese candidato? “Allora – risponde – l’avrebbe vinta Putin”. Aggiunge: “Noi speriamo e aspiriamo a una futura piena adesione all’Unione. E siamo pronti a realizzare tutte le riforme necessarie in questa direzione”.