“Il metropolita Hilarion non ha espresso un’esplicita condanna della ‘operazione militare’ che le forze armate russe compiono in Ucraina però non ha neanche manifestato apertamente di esservi favorevole, a differenza della maggior parte dell’episcopato. Probabilmente già questo è sufficiente per una decisione di questo genere”. Da fonti vicine al Patriarcato di Mosca, così questa mattina si legge la decisione presa ieri dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa di sollevare il metropolita Hilarion di Volokolamsk dalle sue funzioni di presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca e di nominare al suo posto il metropolita Antonij di Korsun, “persona di massima fiducia del patriarca come è stato fin qui Hilarion”. Dalle fonti vicine al Patriarcato di Mosca si guarda anche con una certa attenzione la decisione di nominare il metropolita Hilarion vescovo a Budapest. “Hilarion è appena tornato da una visita in Ungheria. L’Ungheria, con il suo presidente Orban, è l’unico Paese dell’Unione europea che in questo momento si è dissociato dal resto dell’Unione per via della sua politica pro-russa e in particolare per la sua posizione anche a difesa del patriarca (Kirill, ndr), schierandosi contro la proposta di sanzionare Sua Santità”. Il fatto che Hilarion sia mandato proprio lì fa pensare che la sua nomina a vescovo di Budapest “non sia solo una bocciatura”. “Lo stanno mandando in un Paese che non farà niente per ostacolarlo”, dicono a Mosca. “E lui potrà dire e operare a favore della Chiesa russa nell’unico posto in Europa in cui può farlo come persona gradita”. L’intera vicenda comunque dimostra una Russia e un Patriarcato sempre più isolati. Le fonti confermano che da quando Hilarion è a capo del Dipartimento – “il che significa da quando Kirill è patriarca” -, proprio i rapporti esterni “sono precipitati lungo il tempo”. “Siamo in rottura con tutte le Chiese ortodosse, siamo in rottura anche con gli Stati laici dell’Europa per quanto sta accadendo oggi, e in più il patriarca di Alessandria, che per competenza ha tutta l’Africa, si è schierato dalla parte del Patriarcato di Bartolomeo. Tutte queste vicende evidentemente non sono dei successi, anzi. Dal punto di vista di politica estera, la Chiesa russa non è mai stata isolata come adesso. Far fuori Hilarion è un modo per riversare su di lui le responsabilità”. Sempre le fonti vicine al Patriarcato di Mosca assicurano che Hilarion si è opposto personalmente ad alcune decisioni prese da Mosca, compreso il boicottaggio del Concilio pan ortodosso di Creta e la questione dell’esarcato di Africa. Riguardo poi ai contraccolpi che il cambio di guardia al Dipartimento relazioni esterne può avere sul dialogo, da Mosca assicurano: “Non cambierà assolutamente nulla. Il metropolita Antonij, che prenderà il suo posto, pur giovanissimo, è esarca di tutta l’Europa occidentale. È stato parroco a Roma, conosce personalmente il Papa, parla l’italiano molto bene, già da tempo era presente a vari colloqui di Hilarion con il Papa. È chiaro che la Chiesa russa non può permettersi di mettersi contro anche i cattolici”. Anche dal punto di vista invece intra-ortodosso, l’arrivo di Antonij a Mosca semplificherà le relazioni. “Si sa che il patriarca Bartolomeo personalmente abbia una forte avversione e risentimento nei confronti di Hilarion. Quindi può anche darsi che la sostituzione di Hilarion possa significare un nuovo inizio almeno per le questioni intra-ortodosse”.