(Strasburgo) “Minacce al diritto all’aborto nel mondo: possibile revoca del diritto all’aborto negli Stati Uniti”: è il tema della discussione che si terrà oggi, a partire dalle 18 circa, nella sede del Parlamento europeo a Strasburgo. Domani l’aula voterà un testo. Tre, al momento, le proposte di risoluzione che saranno valutate dagli eurodeputati.
Una bozza di risoluzione è firmata da Socialisti e democratici, Verdi, Liberali di Renew Europe e Sinistra. Tale documento “condanna fermamente l’arretramento dei diritti delle donne e della salute sessuale e riproduttiva in atto a livello globale, anche negli Stati Uniti e in alcuni Stati membri dell’Ue”; ricorda che alla salute sessuale e riproduttiva corrispondono “diritti umani fondamentali che dovrebbero essere protetti e rafforzati e non possono in alcun modo essere attenuati o revocati”. In tal senso, il Parlamento “è profondamente preoccupato, in particolare, per la misura in cui tali divieti contribuiranno al trauma delle vittime di stupro e incesto”. Si esprime dunque “la ferma solidarietà e sostegno alle donne e alle ragazze negli Stati Uniti, nonché a coloro che sono coinvolti nella difesa del diritto e dell’accesso all’assistenza legale e sicura per l’aborto in circostanze così difficili”. Inoltre si “ricorda alla Corte Suprema degli Stati Uniti l’importanza di sostenere la storica causa Roe vs Wade (1973) e le conseguenti protezioni costituzionali del diritto all’aborto negli Stati Uniti”. Si chiede “un’azione per salvaguardare il diritto all’aborto sicuro e legale negli Stati Uniti”.
Anche il gruppo Ecr (Conservatori) ha presentato una sua proposta di risoluzione. “Considerando che l’aborto è l’interruzione della vita in corso nel grembo materno”, “rileva che l’Unione europea non ha alcuna competenza per lo sviluppo e l’attuazione di politiche relative alla salute sessuale e all’istruzione, alla riproduzione e all’aborto a livello nazionale o internazionale”; “osserva che l’accesso all’aborto non è riconosciuto come un diritto umano dal diritto internazionale”; “sottolinea che l’aborto non può mai essere considerato un diritto umano perché viola la base stessa dei diritti umani e contravviene alla natura umana stessa”; “ritiene che sia la vita che la salute siano beni inviolabili e inalienabili che sono la base e la garanzia per l’esercizio dei diritti umani”.
Quindi la risoluzione di Identità e democrazia (destra sovranista) “afferma con forza che il diritto europeo sostiene a più riprese la necessità di proteggere la vita di tutti, in particolare dei più vulnerabili”; “esorta gli Stati membri ad affermare e tutelare le loro competenze uniche nel settore dell’assistenza sanitaria e a perseguire politiche di affermazione della vita nonché a impedire che l’Ue vada oltre il proprio mandato a tale riguardo”; “osserva che il termine ‘assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva’ include tradizionalmente un’ampia gamma di misure sanitarie” e “denuncia il fatto che tale termine sia utilizzato dalla sinistra politica come un eufemismo per l’aborto”. Invita poi “tutte le istituzioni europee a rispettare la sovranità dei Paesi terzi e, in questo caso, in particolare quella degli Stati Uniti”.