Dopo due anni di pandemia, torna dal 9 giugno (fino a domenica 26 giorno della finalissima), il Torneo degli oratori, manifestazione calcistica giovanile, promossa dal settimanale diocesano “il Ticino”, con la diocesi di Pavia (Pastorale degli Oratori), il Centro sportivo italiano-Comitato di Pavia. Quella di questo anno è l’edizione numero 26 che vede in gara 16 oratori. In campo i nati negli anni 2010/2011/2012, il tabellone sarà ad eliminazione diretta partendo dagli ottavi di finale ma tutti gli oratori disputeranno 4 partite con le “finaline” di consolazione anche per chi perderà il primo turno. La prudenza per il Covid, spiegano gli organizzatori, “ci costringe a non utilizzare gli spogliatoi sui campi di gara ma non mancherà il divertimento nelle partite che dureranno 25 minuti per tempo (5 in più rispetto al Torneo tradizionale) e che prevedono la grande finale e la premiazione domenica 26 giugno al campo Don Bosco di Pavia. Il Csi di Pavia metterà a disposizione gli arbitri e supporto nella fase organizzativa e assicurativa; gli oratori hanno messo a disposizione i loro campi e gli sponsor. L’organizzazione ha, inoltre, realizzato l’album con le foto di tutti i giovanissimi protagonisti del torneo. L’album è in distribuzione con il settimanale diocesano e sarà disponibile anche sui campi di gioco. Ogni settimana su “il Ticino” tutte le partite con le formazioni, i marcatori, la cronaca della gara ed i migliori in campo per ogni squadra. Non mancheranno le immagini e le curiosità di questa nuova edizione grazie all’impegno degli inviati del settimanale sui campi del Torneo. Alla vigilia del torneo è giunto anche il messaggio del vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti: con questa iniziativa “si vuole offrire la possibilità di valorizzare lo sport non come luogo di un’accesa competizione, ma come occasione positiva di aggregazione, contro l’individualismo e come educazione al valore delle regole e del rispetto, non solo in campo, ma anche nella vita. Gli anni faticosi che abbiamo alle spalle, con le limitazioni motivate dal Covid, hanno lasciato uno strascico nella vita dei bambini e degli adolescenti, e non mancano ragazzi che ancora faticano a riprendere una vita di relazione; avvertiamo interrogativi sul nostro prossimo futuro, con le nubi oscure di guerra, che si levano dall’Ucraina e da conflitti dimenticati. Abbiamo perciò bisogno di alimentare fiducia e speranza e di offrire esempi positivi di vita e d’incontro: sono da sempre spazi privilegiati per un cammino umano e cristiano di vera crescita”.