Cosa ci si aspetta da questo anno perosiano? “Innanzitutto un’ampia e diffusa riproposta di esecuzioni della musica di questo straordinario Prete che è stato contemporaneo sia alle dinamiche soggiacenti il culto cattolico sia alle istanze e agli orizzonti della grande musica della cultura europea”. Così mons. Vincenzo Di Gregorio, preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra, ha presentato l’anno dedicato a Lorenzo Perosi, a centocinquant’anni dalla nascita. Non è stata “una personalità rinchiusa negli orizzonti ecclesiastici”, ha puntualizzato il relatore – durante la conferenza stampa di oggi in sala stampa vaticana – a proposito del direttore “perpetuo” della Cappella Sistina dal 1898 al 1956: “non è il prete che sa di musica, non è il prete che ha compiuto degli studi musicali importanti ed ha acquisito competenze professionali nella musica importanti. È un musicista, è un compositore, è un artista”, e in quanto tale va oltre tutti i canoni e gli stereotipi. “In quel prete, tutto musica e canto, si sono ritrovate generazioni di cori dei seminari e degli istituti di formazione alla vita clericale e religiosa”, ha fatto notare l’esperto: “Nello stesso tempo gli innumerevoli cori di cattedrali importanti come di piccoli centri che solennizzavano le grandi feste liturgiche del rito cattolico, dalle Alpi alle isole grandi e piccole, attingevano prioritariamente alle musiche del Perosi. Il merito di queste feste liturgiche celebrate con la musica era quello di far presenti i repertori delle domeniche e delle solennità che costellavano, in termini unici, purtroppo, la vita musicale della gente, del popolo. Perché, a parte l’esistenza delle Bande musicali, nient’altro creava musica per la gente”. “In Lorenzo Perosi – ha concluso Di Gregorio – non troveremo la seduzione propria della musica del teatro dei suoi anni ma in particolare l’esecuzione dei suoi oratori consentirà di essere avvolti dalla bellezza della musica che nei suoi Oratori viene esposta con un programma ben preciso, come nel poema sinfonico. Troveremo, soprattutto, a cominciare dalla sua produzione di musica da camera, una sorprendente capacità di avvincere e affascinare, come avviene solo nei grandi dell’Arte che, nel contempo, sono grandi nella conoscenza e nella perizia e altrettanto generosi come un fiume che improvvisamente sgorga ricco di freschezza e di spontaneità”.
“La musica sacra è strumento bellezza e di armonia, oltre che di somma levatura spirituale”, ha fatto notare mons. Guido Pozzo, sovrintendente all’economia della Cappella Sistina: “In questo particolare momento storico, segnato da un conflitto armato e dalle difficoltà a trovare soluzioni di pace e riconciliazione, sia almeno di auspicio per ritrovare sentieri di pace e sana armonia nei nostri cuori”. Il 21 dicembre, ha annunciato il prof. Daniele Maggiore, organizzatore ed editore della “Settimana Perosiana” (14-21 dicembre 2022), ci sarà un concerto del Coro della Cappella Sistina “con musiche molto poco eseguite di Lorenzo Perosi, che saranno poi oggetto per un cd che proprio in questi giorni la Sistina sta registrando”. “Anche il mondo laico si sta muovendo in maniera importante per promuovere la musica e la cultura di Perosi”, ha reso noto Maggiore rivelando che si è costituito un apposito Comitato con la partecipazione, tra gli altri, di Giuseppe De Rita, Gianni Letta e l’economista Baratta e rimandando, per tutte le altre iniziative previste nll’anno perosiano, all’apposito sito.